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Allarme per il caro-gelato. C'è da avere paura?

La scarsità dei raccolti in Madagascar potrebbe avere conseguenze anche sulle nostre abitudini quotidiane

Il 2012 potrebbe essere l’anno del non ritorno per gli amanti del gelato. Almeno per quelli, per lo più stranieri, che amano il gelato alla vaniglia, un gusto forse poco diffuso qui in Italia, ma molto amato all’estero.

La ragione della crisi, infatti, arriva da un imprevisto e repentino rincaro della materia prima in questione.

Il prezioso baccello, coltivato in pochi e caldissimi paesi come Madagascar, India e Messico, si trova in questi giorni al centro di una bufera economico finanziaria i cui risvolti e conseguenze non si sono ancora pienamente rivelati. Dopo sei anni di sostanziale calma, il suo prezzo è lievitato da 25 a 30 dollari al chilo in poche settimane. Il motivo principale, al di la delle speculazioni più o meno occulte, sta nel fatto che i raccolti della pianta che produce la preziosa spezia sono stati scarsi. E questo, secondo quanto riporta la rivista alimentare britannica 'The Grocer', avrebbe portato i commercianti a fare incetta dei frutti, facendoli di fatto ‘sparire’ dal mercato, accatastandoli nei magazzini, e rendendoli, di conseguenza, rari e preziosi.

Quella della vaniglia, inoltre, è una coltura molto sofisticata (una pianta ci mette circa tre anni prima di diventare'produttiva') presente solo in pochi paesi (il capofila del settore è il Madagascar, seguito dall’India) e questa concentrazione fa sì che qualsiasi cambiamento nei raccolti, porti a un sensibile rincaro dei prezzi.

Le conseguenze per i consumatori al dettaglio,seppure paventate ( in Inghilterra il quotidiano "Telegraph" ha avvertito i più golosi tra i suoi lettori di aspettarsi, per l’estate un rincaro del 10%),  non è necessariamente automatico.

Le ragioni son di due tipi.

La prima riguarda l’industria dolciaria di grandi dimensioni, che per lo più, non usa la spezia vera e propria ma la molecola aromatica (sintetizzata chimicamente e venduta a basso prezzo), il cui uso, secondo Federchimica potrà evitare l’ascesa del prezzo del gelato:  “Tra le conseguenze del rincaro della vaniglia- dicono dall’associazione degli industriali della chimica- ci potrebbe essere l’aumento del prezzo del gelato, sempre che non ci si convinca, finalmente, che la molecola di sintesi è perfettamente uguale. E probabilmente a chilometro zero”.

Una seconda ragione riguarda invece l’industria di minori dimensioni e quella artigianale che sembra non risentire molto della ‘crisi’ della vaniglia. Gianpaolo Valli, Maestro della Carpigiani Gelato University, punto di riferimento dei maestri gelatieri di tutto il Paese, ne spiega le ragioni: “Credo che l’aumento del prezzo della Vaniglia non infierirà sull'attività dei gelatieri artigianali. Non ci sono le ragioni per un'impennata dei prezzi dei gelati, anche perché almeno  in Italia, non rappresenta un ingrediente fondamentale del gelato. Se ad aumentare fosse stato il prezzo del latte, o dello zucchero, o della frutta, sarebbe stata un'altra questione, ma ad oggi, soprattutto in Italia, non credo che la questione influirà sul prodotto e sui consumatori. Non c’è nessun rischio reale”.

E se così non fosse,da Coldiretti arriva un‘altra possibile soluzione: “Anche se il balzo in avanti del costo della vaniglia potrebbe far schizzare il prezzo del gelato, c'è un modo per evitarlo: preferire i gusti a base di frutta di stagione, tra gli oltre 600 gusti offerti sul mercato locale- un 'ampia varietà a seconda della produzione e della fantasia dei gelatieri- dalle fragole al cocomero, dalle nocciole all’ aceto balsamico, ma anche, perché no?,  alla polenta, al grana padano e al vino".