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L'oro continua a salire. Perchè?

Mercati che sembrano pigri e che quando si muovono tendono al ribasso. Piazza Affari poco prima delle 11, registrava un passivo dello 0,63%, con il Ftse Mib a 18.700 punti. A fargli compagnia anche il resto delle piazze europee e nello specifico il Dax30 a -0,37, il Cac40 a -0,6% e il Ftse 100 di Londra a -0,23%.

I motivi dall'Europa

A pesare sono ancora le incertezze politiche e le tensioni non sanate sui singoli panorami nazionali. Così se da una parte le elezioni in arrivo nel Vecchio Continente sono cosa ormai nota, più incerto è l’andamento delle varie campagne elettorali. Attualmente la Francia è divisa tra il rischio di Frexit fomentato dalla destra estrema e la debolezza della sua sinistra che deve giocare con i numeri dei consensi per riuscire a trovare una possibile vittoria. In Italia le cose non vanno meglio con il governo che, per quanto sulla strada delle riforme, dà comunque l’impressione di non avere vita lunga anche perchè la scadenza naturale si sta avvicinando e la campagna elettorale offre più di un’incognita. Come se questo non bastasse arrivano anche gli ormai soliti problemi dalla Grecia, con i litigi sulle riforme ormai non più procrastinabili da parte di Atene e che riguardano, tra le altre cose, le pensioni e l’assistenza sanitaria. Non stupisce dunque il fatto che l’oro si sia incamminato per una strada di rafforzamento delle proprie quotazioni arrivando a toccare i 1.255 dollari l’oncia ovvero il massimo dall’inizio di novembre, periodo di tempo che corrisponde anche all’elezione del nuovo presidente degli Usa, Donald Trump. Ma un aumento così corposo non è spiegabile “solo” con il peso della politica europea, incognita che, come accennato, è ormai nota da tempo agli operatori.

I punti interrogativi degli Usa

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Guardando sempre all’Europa ci sarebbe da sottolineare la ripresa, per quanto ancora da sostenere, di un’inflazione avviata verso un possibile target del 2%, lo stesso pronosticato dalla Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) la quale, in via precauzionale, non ha intenzione di dare vita a nessun tapering dal momento che i numeri del costo della vita, scorporati dall’elemento energetico, è ancora ben lontano dalla soglia prefissata e che, raggiunta la quale, dovrebbe poi dare il via alla normalizzazione. Più incisivo sui mercati, in realtà è il potere del dollaro che, nelle ore scorse, ha optato per un tendenziale indebolimento. Ma a far correre verso l'oro è stato il comportamento dei membri Fed i quali nella riunione di fine gennaio, in attesa del lancio delle politiche fiscali di Trump, non hanno trovato un accordo specifico sul da farsi, pur riconoscendo che ormai il ritorno alla normalità delle politiche monetarie, non si può ulterirmente rimandare. Sulla base del calendario Fed e sulle previsioni attualmente possibili per quanto riguarda mercato del lavoro e inflazione, i mercati hanno previsto meno di tre aumenti nel corso dei prossimi mesi. Ma anche per il fronte statunitense si sta concretizzando una perplessità dettata dal fattore politico; come detto si tratta di quella famosa serie di provvedimenti a livello fiscale che prevedevano una manovra di tagli e incentivi, manovra particolarmente complessa ma di cui, a tutt’oggi, non sono ancora stati resi noti i dettagli. La road map inizialmente prevista, parlava della presentazione al Congresso di un piano per giugno, poi spostato ad agosto. Una serie di incertezze che remano tutte a favore dell'oro.

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