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Contro le nuove versioni dell'Aida che criminalizzano l'Occidente

Hp (Photo: Hp)
Hp (Photo: Hp)

Chissà perché, ma come reazione alla rilettura attualizzante (e alla deformazione) dell’Aida in chiave banalmente anti occidental-capitalista a Macerata mi viene voglia di citare questo passaggio dell’intervista del filosofo francese Michel Onfray a Giulio Meotti per il “Foglio”: la nostra civiltà che “ha inventato il microscopio e il telescopio, l’antisepsi, gli antibiotici e l’aspirina, il motore e l’automobile, il treno e l’aereo, il sottomarino e il razzo, l’elettricità e l’elettronica, il computer e la radio, la televisione e il telefono, prima via cavo e poi portatile, il volo spaziale e la rivoluzione digitale, l’ingegneria genetica e la medicina predittiva, i trapianti”. Per poi aggiungere cose molto marginali e certamente poco legate agli orrori del capitalismo denunciati nella nuova “Aida” (povero Verdi), come “filosofia, arte, architettura, agronomia, teologia, poesia, letteratura, storia, tecnologia, medicina, farmacia, astronomia, astrofisica, politica”.

Così, forse per spirito di compensazione, o per reazione al neo-sciocchezzaio che vuole mettere la nostra storia, tutta intera, sul banco degli imputati, come se fossimo tutti figli di un passato criminale da cancellare con brutalità, storpiando opere come l’Aida.

Giù le mani, almeno da Giuseppe Verdi.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.