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Conviventi e detrazioni fiscali

Domanda:

Il piccolo condominio in cui abito si sta accingendo a intraprendere la ristrutturazione delle parti comuni. Sono proprietario di un appartamento che ho ristrutturato nel 2012-2013 esaurendo il bonus fiscale di 96.000 euro per la ristrutturazione edilizia. Volevo sapere se la mia convivente, con la quale ho anche una figlia, può beneficiare delle detrazioni, qualora pagasse direttamente le spese. Grazie Stefano

Risposta dell'esperto:

La risposta è negativa. Possono detrarre le spese per la ristrutturazione degli immobili anche i familiari conviventi, sempre che siano rispettate le altre condizioni previste dalla legge, quali ad esempio il sostenere effettivamente le spese documentate da fatture a loro stessi intestate.

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Il problema è che attualmente il convivente non è considerato un familiare. Familiari sono considerati, ex art. 433 del codice civile, il coniuge, i figli, i genitori, i generi e le nuore, i suoceri, i fratelli, ma non il convivente. Lo stesso discorso vale ad esempio per gli oneri detraibili per carichi di famiglia, o per il diritto all’eredità.

Cogliamo l'occasione per allargare l'orizzonte e permetterci un ragionamento. Sembra certamente ingiusto che, nel mondo moderno, la mamma di un figlio convivente con il papà non possa essere considerata fiscalmente alla stregua di un coniuge, ma qual è il confine per essere considerata tale? Il fatto che esiste un figlio? E tutti i conviventi che i figli non ce l’hanno? Magari, si penserà, convivono da molti anni. E che dire allora di chi cambia convivente, fidanzato o fidanzata che sia, ogni anno? Ogni tre mesi? Ogni ..settimana?

In altre parole, se è vero (per fortuna!) che ognuno può convivere con chi vuole, altrettanto vero è che, fiscalmente, occorrerebbe definire una regola diversa dal matrimonio per determinare chi fa parte della famiglia e chi no, e per quanto tempo.

A ben pensare quindi, fiscalmente, perché solo di questo stiamo parlando, senza una regola si aprirebbe la possibilità di dichiarare una “convivenza” con chicchessia al solo scopo di ottenere un vantaggio fiscale, dalla detrazione "per convivente a carico" in su, che a questo punto puzzerebbe di illegittimità.

Pertanto, fermo restando il sacrosanto diritto di ognuno di vivere la propria esistenza come meglio crede, si sente l'esigenza di una riforma, di cui siamo ancora in attesa, che gestisca tutte quelle situazioni, assolutamente comuni al giorno d’oggi, che non sono inquadrabili nel tradizionale matrimonio, ma che, come si è visto, hanno anche forti implicazioni di tipo squisitamente patrimoniale ..e fiscale.