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Coronavirus, biofisico Levitt: "Rallenta, la fine è vicina"

Michael Levitt (Photo by Julia Reinhart/ Getty Images)
Michael Levitt (Photo by Julia Reinhart/ Getty Images)

Il coronavirus starebbe rallentando e il ritorno alla vita normale sarebbe più rapido del previsto. È questa la previsione del premio Nobel, Michael Levitt. Il biofisico non è noto solo per aver vinto nel 2013 l'ambito riconoscimento per "lo sviluppo di modelli multiscala per sistemi chimici complessi", ma per aver previsto il rallentamento della diffusione del virus in Cina.

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Dopo aver analizzato i casi di coronavirus di vari Stati, il biofisico aveva ipotizzato che in Cina il Covid-19 sarebbe scomparso entro la fine di marzo. Aveva inoltre predetto che i casi confermati di Covid-19 nel Paese asiatico non avrebbero superato le 80mila unità, con circa 3.250 morti. Una stima estremamente accurata se si pensa che la Cina ha sconfitto il virus con zero nuovi contagi a metà marzo, contando un totale di 80.298 positivi e 3.245 morti.

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Mentre molti esperti sostenevano che la Cina fosse ancora in aperta emergenza, Michael Levitt aveva osservato che, sebbene il numero dei morti fosse aumentato, il tasso di positività aveva iniziato a diminuire. Come spiega il Los Angeles Times attraverso un paragone automobilistico, sebbene l'auto stesse ancora accelerando, non viaggiava così rapidamente come prima.

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Ora Levitt prevede un risultato simile per altri paesi del mondo. Dopo aver analizzato i dati di 78 paesi, il premio Nobel ha dichiarato che "ciò di cui abbiamo bisogno è controllare il panico". La situazione non sarebbe così terribile neanche per l'Italia, il Paesefin qui con più alto tasso di mortalità più alto. I fattori che secondo il biofisico avrebbero influito sarebbero stati l'età media della popolazione (l'Italia ha una maggiore percentuale di anziani rispetto a Paesi come la Cina) e una cultura definita "molto calda".

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Gli italiani tendono all'aggregazione, a una vita sociale attiva, che ha contribuito a diffondere il contagio. Per questi motivi, è importante "tenere le persone separate e impedire ai malati di entrare in contatto con persone sane", ha detto Levitt, sottolineato come il distanziamento sociale sia fondamentale, visto che l’ipotesi di un vaccino è ancora lontana. Il biofisico ha poi aggiunto che essere stati vaccinati contro l'influenza avrebbe aiutato. Le probabilità che il coronavirus venisse rilevato e non scambiato per un influenza sarebbero state più alte. Questa situazione non ha giovato all'Italia, un Paese dove è forte il movimento no vax, ha sottolineato il biofisico.

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"I numeri sono ancora alti, ma ci sono chiari segnali di rallentamento della crescita", ha dichiarato infine Michael Levitt, che sostiene che oltre al distanziamento e all'isolamento sociale, siano importanti sia l'uso dei tamponi, che il rilevamento della temperatura corporea.