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Coronavirus, le ultime previsioni sul Pil spaventano l'Italia

Getty Images
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Non sono affatto rassicuranti, soprattutto per l’Italia, le previsioni di Fitch, agenzia internazionale di valutazione del credito e rating, con base a New York e Londra. Secondo l’ultima analisi riportata nel report Coronavirus Gdp Impact to Persist in Medium Term, la recessione scatenata da COVID-19 avrà "un impatto durevole sul Pil" ben oltre i due anni e mezzo prospettati dalla stessa agenzia in precedenza.

Le nuove proiezioni mostrano che il Pil di 10 Paesi sviluppati, tra cui l’Italia, “resterà nel 2025 di circa il 4% al di sotto del livello implicito nel trend pre-crisi". In questo contesto, il nostro stato si ritroverà al termine del “quinquennio 2020-2025 con un saldo di crescita zero”.

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Le prospettive economiche per le economie avanzate nei prossimi cinque anni sono dunque "altamente incerte". Per due motivi: da una parte, c’è il percorso sconosciuto della pandemia di coronavirus, con i nuovi focolai di contagio che minacciano ulteriori lockdown; dall'altra, ci sono le nuove scoperte sul fronte dei vaccini e di un loro possibile utilizzo già dall'autunno.

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Fitch prevede che negli Usa il Pil tornerà ai livelli pre-Covid entro la metà del 2022 e nella zona Euro entro la fine dello stesso anno. Uno scenario che si verificherà solo se non si avranno nuovi picchi di contagi.

L'agenzia di rating ricorda anche che, dopo la crisi finanziaria globale, il Pil degli Usa è tornato a livelli pre-crisi dopo tre anni e mezzo, quello britannico ci ha messo cinque anni e ce ne sono voluti ben sette per la zona Euro. Fitch spiega inoltre di aver abbassato le proiezioni quinquennali della crescita potenziale annua del Pil di Usa, Gb ed Europa di circa lo 0,6%.

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Corte dei Conti: "Pil peggiore rispetto a stime governo"

Previsioni non positive anche dalla Corte dei Conti che, in audizione alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato, ha spiegato di ritenere l'obiettivo del governo di contenere a -8% l'impatto della pandemia sul Pil 2020 "piuttosto ambizioso" dati gli indicatori economici degli ultimi mesi e non di escludere un "rimbalzo sensibile". Con alta probabilità "la Nadef dovrà prevedere un aggiustamento peggiorativo delle principali grandezze, con una ulteriore riduzione della crescita nominale del Pil, probabilmente superiore ad un punto percentuale".

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