Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 3 hours 46 minutes
  • Dow Jones

    37.775,38
    +22,07 (+0,06%)
     
  • Nasdaq

    15.601,50
    -81,87 (-0,52%)
     
  • Nikkei 225

    36.818,81
    -1.260,89 (-3,31%)
     
  • EUR/USD

    1,0629
    -0,0017 (-0,16%)
     
  • Bitcoin EUR

    57.878,50
    -486,27 (-0,83%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.257,37
    +371,83 (+39,57%)
     
  • HANG SENG

    16.051,43
    -334,44 (-2,04%)
     
  • S&P 500

    5.011,12
    -11,09 (-0,22%)
     

Coronavirus, verso un "vaccino jolly" contro le future pandemie

Coronavirus, verso un "vaccino jolly" contro le future pandemie (Photo by Prabin Ranabhat/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)
Coronavirus, verso un "vaccino jolly" contro le future pandemie (Photo by Prabin Ranabhat/SOPA Images/LightRocket via Getty Images)

Gli scienziati stanno sviluppando un “vaccino jolly” che funzioni non solo contro il coronavirus ma anche contro gli altri virus che dagli animali potrebbero fare il salto di specie all'uomo causando future pandemie. La nuova tecnologia prevede l'uso di nanoparticelle a mosaico, che una volta iniettate nell'organismo presentano al sistema immunitario pezzi di proteine di otto diversi coronavirus. Sperimentate sui topi, queste nanoparticelle hanno indotto la produzione di anticorpi ad ampio spettro, capaci di riconoscere e attaccare SarsCoV2 e altri virus simili non presenti nel vaccino. Il risultato è stato pubblicato su Science dai ricercatori del California Institute of Technology (Caltech).

Inizialmente ideata all'Università di Oxford, la nanoparticella a mosaico è strutturata come una gabbia composta da 60 proteine identiche fra loro, ciascuna delle quali presenta in superficie una piccola 'etichetta' che agisce come un velcro. Così, i ricercatori californiani guidati da Alexander Cohen hanno pensato di attaccarci i frammenti delle proteine Spike di otto diversi coronavirus che circolano nel mondo animale, in particolare tra pipistrelli e pangolini.

GUARDA ANCHE - Vaccino, lo spot di Giuseppe Tornatore

Iniettate nei topi con una sola somministrazione, queste nanoparticelle hanno addestrato il sistema immunitario a riconoscere i tratti tipici che accomunano i vari coronavirus, determinando la produzione di anticorpi capaci di attaccare non solo SarsCoV2, ma anche nuovi coronavirus emergenti che potrebbero causare una pandemia.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Il prossimo passo sarà quello di verificare nel modello animale se questo tipo di immunizzazione previene l'infezione e l'insorgenza di sintomi.

Alexander Cohen, il ricercatore capo, ha dichiarato: "Se riuscissimo a dimostrare che la risposta indotta dalle nanoparticelle protegge dalla malattia che deriva dall'infezione, allora potremmo sperare di portare avanti questa tecnologia per testarla sull'uomo, anche se la strada sarebbe comunque molto lunga. Non pensiamo che questa metodologia possa rimpiazzare i vaccini esistenti, ma è bene avere più strumenti per affrontare future minacce virali emergenti".

GUARDA ANCHE - Vaccino, le giovani infermiere anti fake news