La corsa della Mezzaluna

La repressione politica e gli attacchi terroristici sono elementi che gli investitori non possono ignorare. Sotto questo aspetto, il 2016 è stato un anno estremamente difficile per il mondo economico e finanziario turco, alle prese dapprima con il tentativo di golpe e gli arresti indiscriminati da parte del governo che ne sono seguiti e poi con gli attacchi terroristici rivendicati dall’Isis. Essere un ponte tra Oriente e Occidente, tra mercati emergenti e sviluppati, tra Europa e Medio-Oriente comporta oneri difficili da ponderare e mettere a confronto nel lungo termine. In questo tipo di contesti è particolarmente utile affidarsi ad analisi oggettive al fine di evitare euforia o panico ingiustificati.

Gli eventi avvenuti nel 2016 infatti, hanno determinato un forte deprezzamento della lira turca nei confronti di euro e dollaro senza però rappresentare un caso fuori dal comune. Questo tipo di movimenti, consistenti e repentini, non sono affatto nuovi per il TRY, come si può cogliere anche visivamente osservando il grafico di lungo periodo del cross euro/lira turca. Il trend crescente ha subito un’accelerazione lo scorso anno superando ampiamente il precedente massimo assoluto posto in area 3,50. La svalutazione della moneta locale ha esacerbato un contesto inflazionistico già difficile (le previsioni per il 2017 sono state alzate dal 6,5% all’8%) e ha costretto la banca centrale ad intervenire nella direzione opposta rispetto a quella auspicata dal governo, ovvero incrementando i tassi ufficiali di sconto.

Euro / Lira Turca

Fonte dati: FIDA

Sebbene gli analisti si attendessero una reazione più incisiva, questa manovra sta producendo i suoi effetti. La lira ha infatti recuperato parte del terreno perso decretando l’inizio di una possibile fase di congestione per il cambio con l’euro. I livelli da monitorare con maggiore attenzione per individuare possibili opportunità di trading sulla divisa sono 3,50 e 4,20.

La tensione a livello politico rimane alta, i target di inflazione non verranno raggiunti prima del 2019 e i consumi interni, così come il turismo sono stati fortemente impattati dagli eventi dello scorso anno. Nonostante queste ragioni abbiano spinto la società di rating Fitch a tagliare il giudizio sul merito creditizio della Turchia a junk, le affermazioni della banca centrale sulla possibilità di un suo ulteriore intervento per contrastare gli elementi di instabilità hanno riportato un po’ di fiducia e serenità anche sul mercato azionario.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) nuovo anno l’indice MSCI Turkey, che aveva raggiunto un’area dove convergevano supporti statici e dinamici di lungo periodo, ha conosciuto un forte rialzo. Le quotazioni hanno addirittura ricucito il gap con la significativa resistenza posta a 1.300.000 punti, dove sono collocati i precedenti massimi storici del 2013 e che nel 2015 aveva impedito la formazione di un trend crescente.

MSCI Turkey

Fonte dati: FIDA

Un eventuale superamento di questa resistenza avrebbe pertanto implicazioni rialziste molto importanti ed interromperebbe il trend neutrale che perdura da 4 anni.

Come ricordato in precedenza gli elementi di rischio sono numerosi e significativi, pertanto l’acquisizione di un’esposizione long va condizionata non solo al verificarsi di segnali tecnici convincenti, ma anche ad un’adeguata propensione al rischio.

Su Borsa Italiana, gli ETF che permettono di esporsi attivamente al mercato azionario turco sono:

• Ishares Msci Turkey Ucits Etf Usd Dist [IE00B1FZS574]

• Lyxor Ucits Etf Turkey [FR0010326256]

Di Davide Dalmasso

ALFA Consulenza Finanziaria

Autore: ItForum Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online