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Cos’è il PIL. Come si calcola il PIL dell’Italia e a cosa serve

Guida al PIL, cos’è il Prodotto Interno Lordo, a cosa serve e come si calcola? Approfondiamo i metodi di calcolo e la differenza tra il nominale e il reale.

Leggi spesso l’acronimo PIL ma nessuno mai ti spiega cosa significa, oppure sai che PIL significa Prodotto Interno Lordo, ma vorresti una spiegazione più approfondita per comprendere appieno l’argomento.

Hai sottomano la guida giusta che ti condurrà, con parole semplici, alla scoperta del Prodotto Interno Lordo italiano e non solo. Sì, perché accanto al PIL abbiamo il PNL, il PIL nominale o reale…

Prenditi un paio di minuti di tempo e non dovrai più chiederti: ma cos’è il PIL?

Cos’è il PIL

Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è la ricchezza che produce un paese ed è utilizzato per capire lo stato di benessere economico di una nazione. Ecco perché si dice Interno.

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Di cosa tiene conto il PIL, un valore importante per qualsiasi paese del mondo:

  • i beni prodotti dalle industrie (lavatrici, auto, bicchieri, penne, detersivi, alimenti, ecc.);

  • i servizi;

  • vendita al dettaglio dei prodotti;

  • investimenti su beni strumentali e immobili.

Cosa non comprende il PIL:

  • prodotti e servizi per l’autoconsumo (esempio: i prodotti coltivati nel proprio orto per uso personale/familiare);

  • servizi resi a titolo gratuito.

Il PIL comprende sia i beni e servizi prodotti da una società italiana che straniera, purché operino sul territorio nazionale. Significa che se una azienda italiana produce latte in Argentina, il reddito viene computato nel PIL del paese latino americano. Se l’azienda è tedesca ma ha uno stabilimento di sedie in Italia, il reddito viene computato nel PIL italiano.

A cosa serve il PIL

Il PIL serve a fornire al governo indicatori fondamentali dello stato di salute del sistema economico. Attraverso l’analisi dell’andamento precedente e attuale del PIL, gli economisti sono in grado di supportare la politica nelle sue scelte di indirizzo economico.

La manovra economica 2019, per fare un esempio, ha dovuto tenere conto – almeno si spera – dell’andamento del PIL non solo nel presente, ma spingendosi a fare delle previsioni per il futuro.

Se il PIL dell’Italia cresce molto è indice di benessere economico degli italiani, ma significa anche un gettito maggiore per le casse dello stato, di conseguenza più soldi per gestire i servizi destinati ai cittadini.

I dati riguardanti il PIL, poi, sono messi in correlazione con il deficit e il debito pubblico, per mantenere in ordine i conti pubblici.

Come si calcola il PIL Italiano

Bene, hai compreso cos’è e a cosa serve il PIL, ma come si calcola il PIL italiano e in generale il prodotto interno lordo di qualsiasi nazione?

I metodi per calcolare il PIL sono tre:

  1. Metodo della Spesa;

  2. Metodo del Valore Aggiunto;

  3. Metodo dei Redditi.

Metodo della Spesa

Con questo metodo si esamina il PIL dal lato della domanda, cioè prendendo in considerazione l’acquisto di beni e servizi delle famiglie che pagano per ottenere un prodotto.

Per calcolare il PIL con questo metodo si tiene conto dei consumi, degli investimenti, della spesa pubblica e delle esportazioni nette.

Metodo del Valore Aggiunto

Possiamo calcolare il PIL anche dal punto di vista di chi vende, cioè offre un bene o servizio all’utilizzatore finale.

Per calcolare il PIL con questo metodo dobbiamo tenere conto di tutte le fasi del processo produttivo, che comprende l’acquisto di beni intermedi come le materie prime, o i semilavorati; i fattori produttivi, ovvero, lavoro e beni strumentali.

In poche parole questo metodo somma i valori aggiunti dai vari passaggi produttivi, per giungere al calcolo finale del PIL.

Metodo dei Redditi

Con questo metodo si arriva a calcolare il PIL tenendo conto dei fattori di produzione impiegati per arrivare al bene finale.

I fattori di produzione sono il lavoro e il capitale economico usato per produrre i beni e servizi. I due fattori si remunerano con stipendi e profitti, a cui sommare le tasse sulla produzione e l’IVA.

A tali fattori, negli ultimi anni, si aggiunge anche il “contributo” dell’economia sommersa e i relativi redditi che genera agli evasori.

PIL Nominale e Reale

Prendiamo a prestito dall’Enciclopedia online Treccani la definizione di PIL nominale e reale:

“Il PIL si definisce nominale quando i beni e i servizi sono considerati in base al loro prezzo corrente, e reale qualora i prezzi dei beni siano mantenuti costanti rispetto a un anno base”.

Per comprendere meglio la differenza riportiamo un esempio.

L’Italia nel 2010 ha prodotto 1.000 paia di scarpe del valore di 100 euro cadauna, mentre nel 2014 ne ha prodotte 1.100 al costo di 120 euro.

Il PIL nominale si calcola come segue:

  • 2010: 1.000 x 100 = 100.000 euro;

  • 2014: 1.100 x 120 = 132.000 euro.

Il PIL reale si calcola come segue:

  • 2010: il PIL reale rispetto ai prezzi del 2010 è pari al PIL nominale per l’anno base 2010;

  • 2014: 1.100 x 100 = 110.000 euro.

Questo esempio ci fa capire che l’aumento del PIL nominale in un certo lasso di tempo, è dovuto a un incremento dei prezzi o delle quantità prodotte; mentre il PIL reale aumenta solo in riferimento alle variazioni nelle quantità prodotte.

Chi certifica il PIL Italiano

L’Istituto Italiano di Statistica (Istat) è l’ente statale incaricato di fornire i dati ufficiali in riferimento al PIL e a molti altri dati economici, sociali, demografici, ecc.

Serie Storica del PIL Italia

Visita il sito web www.istat.it per ottenere la serie storica del PIL italiano, o contatta l’Istat per avere maggiori informazioni.

Cos’è il PNL: Prodotto Nazionale Lordo

Prima di concludere la guida dedicata al PIL, vogliamo accennare al Prodotto Nazionale Lordo (PNL). Questo importante indicatore della salute economica dei paesi, si calcola togliendo dal PIL quello che viene prodotto sul territorio nazionale da aziende estere e sommando quello che le imprese italiane producono in altri paesi.

Il PNL, per una sua parte, è l’opposto del PIL.

Concludendo

Il prodotto interno lordo, PIL, non è l’unico indicatore del benessere di un paese, esso serve a indicare la crescita economica in termini generali, ma non particolari. Ecco perché è utile scomporre il Pil nazionale in regionale e delle volte anche città per città per capire il reale benessere economico nelle diverse aree geografiche.

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This article was originally posted on FX Empire

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