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Cos’è l’assegno di ricollocazione?

Un operaio al lavoro in una fabbrica. REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo

A novembre parte la sperimentazione su un campione estratto a sorte tra tutti i disoccupati che da almeno quattro mesi incassano la Naspi. L’assegno di ricollocazione si candida a essere la prima vera esperienza di politiche attive del lavoro in Italia. L’idea è quella di aiutare i disoccupati a trovare un impiego fornendo consigli e strumenti utili a ritrovare un lavoro.

L’assegno non sarà uguale per tutti, cambia in base alla difficoltà, presunta, del disoccupato a reinserirsi nel mondo del lavoro. Per esempio, un ingegnere di 35 anni, in provincia di Milano avrà diritto ad un assegno di mille euro mensili. Un operaio cinquenne di una provincia del sud può ricevere un assegno fino a 5mila euro al mese.

Il disoccupato non vedrà un vero e proprio assegno, niente banconote, ma un buono simbolico da spendere per ottenere un servizio. Da riscuotere nei centri dell’impiego o agenzie per il lavoro private. La struttura di collocamento si prenderà in carico il lavoratore, aiutandolo nella compilazione del curriculum, fornendo un supporto nel fissare colloqui oppure consigliando corsi di formazione utili da seguire. Se il disoccupato viene assunto a tempo indeterminato, le agenzie per il lavoro private prendono un bonus. Si dimezza, invece, se l’assunzione fosse a tempo determinato. Chi non si presenta ai colloqui, si vedrà decurtata la Naspi.