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Cos’è un Exchange Traded Fund (ETF)? Guida completa

Guida completa alla scoperta di cos’è un Exchange Traded Fund ETF, le caratteristiche, i vantaggi e svantaggi nell’investire attraverso gli ETF. Focus anche sui CryptoETF.

La scorsa settimana abbiamo approfondito la conoscenza del MiFID II, questa settimana torniamo agli strumenti di investimento finanziario trattati in precedenti articoli educativi, per parlare di Exchange Traded Fund (ETF).

Scoprirai cosa sono gli ETF, le tipologie esistenti e quale profilo di investitore è più adatto ad investire in Exchange Traded Fund.

Come sempre partiamo dalle definizioni.

Cos’è un Exchange Traded Fund (ETF)?

Partiamo quindi dal definire cos’è un Exchange Traded Fund (ETF), dicendo che con questo termine indichiamo un tipo di fondo d’investimento speciale che ha due caratteristiche principali:

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  1. è negoziato in Borsa come una azione;

  2. ha come unico obiettivo di investimento quello di replicare l’indice di riferimento, attraverso una gestione che è esclusivamente passiva.

In pratica un ETF è un fondo e una azione allo stesso tempo, perché ingloba le caratteristiche dei due strumenti finanziari.

 

Potrebbe interessarti: come investire in azioni italiane e straniere.

 

Lo strumento finanziario si potenzia assimilando i punti di forza dei fondi e delle azioni, che sono:

  • diversificazione e riduzione dei rischi propri dei fondi;

  • flessibilità e trasparenza informativa della negoziazione in tempo reale delle azioni.

In buona sostanza un ETF consente all’investitore di diversificare il capitale investito come stesse investendo in un fondo e di avere la stessa trasparenza che offre la negoziazione in tempo reale delle azioni.

Cosa posso fare con gli ETF? I vantaggi

Gli scopi di utilizzo sono tanti ed articolati, ecco cosa puoi fare con gli ETF:

  1. Con una sola operazione di acquisto puoi prendere posizione su un mercato di riferimento. Ad esempio se vuoi investire sull’indice FTSE MIB, o DAX, oppure se intendi investire sugli indici statunitensi quali Nasdaq100 e S&P500, puoi farlo con una sola operazione e ad un prezzo che riflette fedelmente il valore del fondo in quell’istante.

  2. Gli ETF consentono di ottenere gli stessi rendimenti dell’indice che replicano, appunto perché la loro gestione è passiva. Un ETF non fa altro che replicare al suo interno la composizione ed i pesi dell’indice di riferimento. Bisogna solo tenere una variabile in considerazione e riguarda la valuta dell’indice e quella dell’ETF. Se ad esempio l’ETF replica l’indice S&P500 che è in USD, ma l’ETF è in euro, bisognerà tenere in considerazione l’eventuale rivalutazione o svalutazione del dollaro nei confronti dell’euro.

  3. Investire in ETF permette anche di avere prezzi di mercato allineati al Net Asset Value (NAV). In pratica, grazie al meccanismo conosciuto come creation/redemption in kind, funzionante sul mercato primario, i partecipanti autorizzati agli scambi possono creare e rimborsare le quote scambiando gli ETF con i titoli che compongono l’indice di riferimento, oppure operare in maniera inversa. Questo meccanismo, apparentemente un po’ contorto, nei fatti svolge una funzione positiva, perché riduce al minimo il rischio di comprare un ETF a premio o di vendere un ETF a sconto.

  4. Con gli ETF si diversifica di molto l’investimento perché si prende posizione su un intero indice di mercato, riducendo il rischio dell’investimento.

  5. Gli ETF sono più economici rispetto ad altri strumenti d’investimento al dettaglio. Gli ETF non prevedono costi di: entrata, uscita, performance. L’investitore paga soltanto le commissioni applicate dalla banca o dal broker, per la compravendita sul mercato. Altra commissione applicata è quella totale annua (TER) ridotta, ed applicata in automatico in base al periodo effettivo di detenzione dell’investimento.

  6. Replicando le caratteristiche delle azioni, gli ETF danno diritto ai dividendi o agli interessi in proporzione alle azioni detenute. Si beneficia quindi anche del reinvestimento dei dividendi ed interessi.

  7. Gli ETF non corrono il rischio di insolvenza o fallimento della società che ne cura l’attività di costituzione, gestione e amministrazione, perché il patrimonio è separato.

Caratteristiche d’impiego: Conviene investire usando gli ETF?

Gli ETF hanno caratteristiche malleabili e quindi si prestano ai seguenti tipi di investimento:

  • investimento di medio o di lungo periodo;

  • trading di tipo intraday;

  • vendita allo scoperto per prendere una posizione ribassista sull’indice;

  • diversificare il portafoglio con rapidità;

  • replica dell’indice di riferimento accurata;

  • bassi costi di gestione.

Le caratteristiche appena elencate, fanno sì che si possa investire in ETF anche nella forma di un piano di accumulo (PAC), senza doversi dissanguare perché il risparmiatore può effettuare anche versamenti periodici di piccolo taglio.

I rischi degli ETF

Gli ETF sono passivi, cioè replicano perfettamente l’andamento dell’indice di riferimento, quindi, se l’indice perde valore, perde valore anche l’ETF. I rischi da questo punto di vista non si riducono.

Cos’è un ETF strutturato

Discorso a parte merita l’ETF strutturato, il quale usa tecniche il cui scopo è perseguire rendimenti legati non solo all’andamento del mercato, ma anche ad altri fattori, tra i quali:

  • partecipare in maniera proporzionale all’andamento di un indice (ETF a leva);

  • partecipare inversamente ai movimenti del mercato di riferimento (ETF short, con o senza leva).

Un ETF strutturato permette di massimizzare le performance, infatti, accanto ai benefici dati dagli ETF, si aggiungono quelli di una gestione dinamica, dovuti a una metodologia di allocazione delle risorse del portafoglio trasparente.

Il mercato ETFplus di Borsa Italiana

Borsa Italiana, che gestisce la Borsa di Milano, ha creato il mercato ETFplus che si presenta in Italia come il mercato unico e regolamentato dove gli operatori trovano:

  • ETF

  • ETF strutturati

  • ETF a gestione attiva

  • ETC/ETN

ETFplus nasce quindi per accogliere quegli strumenti finanziari assimilabili ai fondi, ovvero gli strumenti finanziari derivati cartolarizzati.

Gli ETF di criptovalute

Non esistono, almeno al momento della pubblicazione di questa guida agli ETF, degli ETF di criptovalute.

A più riprese società statunitensi hanno presentato alla U.S. SEC richieste di poter istituire ETF di bitcoin: fino ad ora tutte le proposte presentate sono state bocciate.

Esiste però sul mercato Nasdaq svedese l’ETN Bitcoin che si può considerare una sorta di ETF di bitcoin. Il nome completo è Bitcoin Tracker EUR XBT Provider e come si comprende dal nome è in valuta euro. Ad emetterlo la società XBT Provider dal 5 ottobre 2015.

In questo caso si tratta di uno strumento finanziario completamente in linea con la regolamentazione MiFID II dell’Unione Europea, perché Nasdaq NSDX è in regola con la direttiva comunitaria.

D’altro canto è importante tenere in considerazione che un eventuale ETF di bitcoin, data la natura di replica passiva del sottostante degli ETF, espone altamente l’investitore alla volatilità tipica del bitcoin.

Sarà, quindi, più opportuno prima creare dei fondi e degli indici di benchmark regolamentati legati a più criptovalute e solo in seguito saranno possibili degli ETF di criptovalute.

Concludendo

Eccoci giunti al termine della guida agli ETF. Per comprendere al meglio l’andamento dei mercati, prima di investire in qualsiasi strumento finanziario, ti invitiamo a leggere cosa è la curva di rendimento inversa e perché è così importante per capire se si avvicina una crisi recessiva oppure no.

In alternativa leggi anche la guida agli indici asiatici.

This article was originally posted on FX Empire

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