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Cos'è il Qrishing, la truffa del Qr Code che svuota il conto: come difendersi

Carlina Teteris via Getty Images

Una nuova truffa prende sempre più piede sul web, con lo stesso obiettivo di tutte le altre: svuotare i conti in banca delle sfortunate vittime. L'ultima frode, in ordine di tempo, è il cosiddetto Qrishing, una variante del Phishing, che al posto dei messaggi ingannevoli di posta elettronica si serve di un semplicissimo Qr Code.

Attirando i malcapitati su siti fasulli di società o istituti di credito, i cyber-criminali cercano di ottenere informazioni sensibili per cercare di rubare dati personali e denaro. A lanciare l’allarme è stata Confconsumatori. L’associazione ha fatto sapere di essersi ritrovata ad assistere negli ultimi tempi numerosi cittadini vittime della truffa. La tecnica è chiara e si baserebbe su tre diversi metodi:

  1. sovrapposizione di una guaina trasparente sopra i codici originali in luoghi considerati sicuri dalle vittime, come locali, istituti bancari, supermercati o mezzi di trasporto;

  2. l’utilizzo di marchi di aziende note per la simulazione di pubblicità attraverso volantini o manifesti creati ad hoc e contenenti un codice malevolo;

  3. l’utilizzo di finti buoni sconto, per sfruttare la propensione dei consumatori a utilizzarli, soprattutto in questo periodo di crisi.

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Come fare a evitare di rimanere vittime di questa frode? Il consiglio principale è quello di prestare sempre attenzione anche quando si compie un gesto ormai naturale come puntare l’obiettivo della fotocamera del proprio smartphone su un Qr Code. Ovviamente prima di farlo bisognerebbe osservare bene il formato del codice e, soprattuto, chiedersi se la fonte sia credibile o meno. Se eventualmente aperti occorre poi controllare gli url abbreviati dei siti ai quali il codice rimanda.

Un altro consiglio di Confconsumatori è quello di installare applicazioni di sicurezza anche sui propri dispositivi mobili: a differenza dei browser desktop che chiedono all’utente se vuole entrare in siti non sicuri, i browser mobili espongono infatti l’utente a rischi maggiori.

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