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Covid, calano incidenza, Rt e terapie intensive, ma possibile sottostima - Iss

Un operatore sanitario impugna una siringa contenente un vaccino contro il Covid-19 a Roma

MILANO (Reuters) - E' iniziato il calo dell'incidenza settimanale dei casi Covid in Italia e dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ospedalieri ordinari, mentre continua a scendere l'indice Rt medio.

E' il quadro che emerge dai dati, per la settimana dal 21 al 27 gennaio, alla valutazione della cabina di regia che prepara il monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità-ministero della Salute.

Tuttavia l'ISS segnala che diverse regioni e province autonome hanno segnalato ritardi nell'inserimento dei dati del flusso individuale "e non si può escludere che tali valori possano essere sottostimati".

L'incidenza settimanale è a 1.823 casi ogni 100.000 abitanti, dai 2.011 per 100.000 della settimana precedente.

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Il tasso di occupazione in terapia intensiva è stato del 16,7% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 27 gennaio) rispetto al 17,3% della rilevazione al 20 gennaio.

L'occupazione dei posti letto in aree mediche è al 30,4% rispetto al 31,6% precedente.

Va ricordato che con il tasso di occupazione in terapia intensiva al 30% (e con quello nei reparti ordinari al 40%) scatterebbe l'ingresso del paese in zona rossa.

Nel periodo 5–18 gennaio, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97 (range 0,86–1,18), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e al di sotto della soglia epidemica.

L'Rt è l'indice che dice quanti possono essere contagiati da una sola persona in media e in un certo periodo di tempo.

Quattro regioni e province autonome sono classificate a rischio alto, nove a rischio moderato, otto a rischio basso.

Rimane stabile il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (652.401 rispetto a 658.168 della settimana precedente).

La percentuale dei casi rilevati attraverso l'attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (18% sul 15% la scorsa settimana).

È in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38% da 41%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (45% da 44%).

(Emilio Parodi, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)