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Covid: il contagio perde velocità, il governo tira il fiato

NAPLES, ITALY - 2021/06/26: Health Minister Roberto Speranza, wearing a mask to protect himself from Covid-19, before a press conference to support the candidate for mayor of Naples, Gaetano Manfredi. (Photo by Marco Cantile/LightRocket via Getty Images) (Photo: Marco Cantile via Getty Images)
NAPLES, ITALY - 2021/06/26: Health Minister Roberto Speranza, wearing a mask to protect himself from Covid-19, before a press conference to support the candidate for mayor of Naples, Gaetano Manfredi. (Photo by Marco Cantile/LightRocket via Getty Images) (Photo: Marco Cantile via Getty Images)

Tira il fiato il governo: i contagi salgono ma non quanto temuto, la campagna vaccinale procede e dopo ventuno giorni di incremento dei contagiati i tassi di ospedalizzazione e di occupazione delle terapie intensive rimangono contenuti. È stato il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, a spiegarlo nella consueta conferenza stampa del venerdì: “C’è una situazione in cui il numero di nuovi casi sta crescendo ma ad un ritmo inferiore delle scorse settimane per cui si deve valutare attentamente la situazione”. È lo stesso Rezza a confermare che al ministero si osserva con attenzione quel che succede nel resto dell’Europa: “Quello che è accaduto in altri Paesi può indicarci quello che può essere il futuro dell’andamento dell’epidemia, nel Regno Unito i nuovi positivi sono cresciuti rapidamente fino a 50mila casi e oggi l’incidenza si è dimezzata. Così anche in Olanda con un picco e poi una discesa”.

Dall’entourage di Roberto Speranza filtra un cauto ottimismo: il plateau, quella zona temporale di contagi stabili e destinati a ridiscendere, potrebbe essere vicino, la pressione sugli ospedali è assolutamente gestibile. Se la curva progredisse come nell’ultimo mese, entro metà agosto alcune Regioni italiane potrebbero subire un cambiamento di fascia secondo i nuovi parametri: a rischio Lazio, Sardegna e Sicilia, in bilico anche la Calabria. Preoccupa ovviamente la variante Delta, ormai al 97% dei casi, ma la campagna di vaccinazione ne sta attenuando gli effetti.

Ma l’incremento, che pur continua, ha fortemente rallentato. Se si esaminano i casi di nuovi positivi tra lunedì e venerdì nelle passate quattro settimane la progressione del virus è stata quasi geometrica: prima 3.500, poi 5.000, 10.000 e infine 20.000. Una curva che avrebbe dovuto portare questa settimana a raggiungere quota 40.000 positivi. L’asticella si è invece fermata a quota 26.000, ben al di sotto delle ipotesi: “L’incremento durerà per ancora un po’ di tempo - spiega una fonte che lavora al dossier - ma la dinamica di rallentamento è già stata osservata in altri paesi europei, e i nostri numeri sono ben al di sotto di quel che succede nel resto d’Europa”.

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È una tendenza che dovrà essere confermata, e la prossima settimana sarà decisiva, come spiega l presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro: “La prossima settimana sulla base dell’andamento dell’indice Rt potremo avere un quadro più definito. Oggi e’ difficile fare previsioni”, ha risposto a chi gli domandava della possibilità che alcune Regioni finissero in giallo.

L’età mediana dei contagi si attesta sui 27 anni, il contagio viaggia soprattutto tra le fasce più giovani, quelle più a rischio assembramento e meno coperte dalla vaccinazione. Si sale a 49 anni per l’età media dei ricoveri ospedalieri, a 63 per gli ingressi delle terapie intensive. Nell’ultima settimana i posti letto occupati sono passati dai 165 del 20 luglio ai 189 del 27 luglio, con una media del 2,2%. Lo stesso incremento c’è stato per i posti letto di area medica, con il 2.9%: si è passati da 1.194 a 1.611”.

Sale l’indice Rt, che indica la trasmissibilità del virus, attestatosi questa settimana a 1,69, ma è lo stesso Brusaferro a spiegare anche in questo caso che l’Rt proiettato, che tende a prevedere quello che si verificherà la prossima settimana, mostra una stabilizzazione”. In sospeso la questione terza dose del vaccino, sulla quale sono in corso valutazioni: probabilmente verrà somministrata alle persone fragili e immunodepresse, ma, ha spiegato Rezza “c’è indecisione perché non ci sono ancora evidenze forti per poter dire che la faremo a tutti piuttosto che ad alcuni”.

L’infezione continua a crescere, il rallentamento del ritmo è un segnale che viene preso con cauto ottimismo. Un po’ di fiato per Mario Draghi dopo la maratona negoziale sulla giustizia, che la prossima settimana troverà sul tavolo i dossier scuola e trasporti, con le regole per la ripartenza delle classi e le decisioni sull’utilizzo del green pass sui mezzi pubblici. I dati della prossima settimana, se confermeranno il rallentamento o se torneranno a impennarsi, avranno un ruolo non secondario nelle scelte da intraprendere.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.

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