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Covid, lo studio: il distanziamento di un metro non evita il contagio

Non c'è fondamento scientifico in base a cui il mantenimento di un metro di distanza tra le persone impedisca al virus di diffondersi. L’unico modo per essere davvero al sicuro, piuttosto che il distanziamento sociale, è la mascherina. È quanto sostiene uno studio condotto da un gruppo di esperti di fisica dell’atmosfera, dinamica dei fluidi e bio-fluidodinamica dell'Università di Genova, Okinawa Institute of Science and Technology, Università Cote d'Azur e della sezione genovese dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e pubblicato su Scientific Reports.

Secondo gli scienziati, “l'attuale ignoranza circa la dimensione iniziale delle goccioline di saliva che accompagna le esalazioni umane (tosse, starnuti, ecc.) e che fungono da veicolo per il virus Sars-CoV-2, non permette di identificare una distanza capace di garantire sicurezza tra gli individui”. Ecco perché, si legge nello studio, “da questo punto di vista l'uso della mascherina è l'unico modo attualmente comprovato di avere una maggiore sicurezza” dal virus.

VIDEO - Coronavirus, un metro di distanza non basta

“È ormai un fatto assodato che il Covid-19 sia in gran parte causato dalla trasmissione per via aerea, un fenomeno che ha rapidamente guadagnato grande attenzione da parte della comunità scientifica”, spiegano gli studiosi.

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E ancora: “Gli esperimenti dicono che la dimensione delle goccioline emesse copre un grosso intervallo di variazione. Possono presentarsi goccioline di un millimetro e goccioline di meno di un micron (1/1000 di millimetro), sebbene come vedremo ci siano grosse discordanze nei risultati oggi disponibili nella letteratura scientifica”.

“Alla luce di tale meccanismo di contagio, il distanziamento è di fondamentale importanza per limitare la diffusione della malattia. La ragione di ciò è ovvia: le goccioline hanno un certo peso e prima o dopo cascano a terra”. Tuttavia, proseguono gli scienziati, “conoscere al meglio la distanza a cui cadono la maggioranza di esse per identificare una fascia di rischio attorno alla persona infetta”. Infatti, “non esistono evidenze che dimostrino che il distanziamento di 1 metro sia sufficiente. Il nostro studio utilizza modelli fisico-matematici che dimostrano che le linee guida Oms in fatto di distanziamento non hanno alcun fondamento scientifico”.

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Ecco i motivi per cui non esiste fondamento scientifico in merito:

“In particolare, ben tre ragioni ne minano la fondatezza. Primo, delle goccioline di saliva emesse, che hanno raggi variabili in un intervallo molto ampio (dal micron al millimetro) e non è noto con sufficiente precisione come si distribuiscano tra le varie taglie. Secondo, il range di variazione di grandezza e la loro distribuzione statistica si conosce solo approssimativamente: per esempio, non si sa quante goccioline ci siano in un intervallo di raggi tra 1 micron e 2 micron, o intervalli simili all'interno di un'emissione. Infine, l'incertezza di cui al punto precedente impedisce di fare previsioni univoche sulla distanza raggiunta dalle goccioline emesse. Questo vale per un colpo di tosse, l'oggetto del nostro studio, ma riteniamo valga anche per le altre emissioni”.

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