Covid, studio inglese: "I guariti possono ammalarsi di nuovo"
Secondo uno studio del King's College di Londra, il livello di anticorpi prodotti dal corpo umano a seguito dell'infezione da COVID-19, potrebbe durare solo pochi mesi, esponendo l'organismo a un possibile secondo contagio.
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La preoccupante conclusione alla quale sono giunti i ricercatori londinesi è il frutto di uno studio sulla risposta immunitaria di oltre di 90 ex malati, tra pazienti e operatori sanitari, del Guy's and St Thomas' di Londra.
Come si legge sul Guardian, che cita lo studio, "tre mesi dopo l'infezione soltanto il 17% di chi ha contratto il virus mantiene la stessa potenza di risposta immunitaria, destinata a ridursi in certi casi fino a non essere più neppure rilevabile".
Nella stessa direzione un’altra recente ricerca, pubblicata su Nature, secondo la quale i livelli di anticorpi protettivi diminuiscono di oltre il 70% in convalescenza e in alcuni soggetti non sono più rilevabili.
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Secondo le conclusioni dell’università inglese il virus potrebbe dunque tornare a infettare le stesse persone come accade per una normale influenza. Un’ipotesi che dovrà trovare conferma in ulteriori test clinici, e comunque da tenere in considerazione in fase di creazione di un vaccino: "La produzione di anticorpi da parte di chi si ammala ha riguardato in effetti nei nostri casi solo un breve periodo - ha confermato la dottoressa Katie Doores, responsabile dello studio -. E se l'infezione genera livelli di anticorpi così limitati nel tempo, anche la copertura di un futuro vaccino teoricamente avrà una durata limitata”.