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Crescono (pericolosamente) i dubbi sulle politiche di Trump

Ad un mese dall’insediamento, in molti nutrono perplessità sul futuro della politica a stelle e strisce dal momento che l’ambiguità di Trump, cosa utile in campagna elettorale, ha continuato a persistere anche durante i primi 30 giorni alla Casa Bianca.

Le criticità dell'agenda Trump

La sua agenda sembra avere 3 criticità: la riforma sanitaria, quella fiscale e gli investimenti sulle infrastrutture. tre grandi punti interrogativi che arrivano proprio perchè da una parte c’è un Trump che ha idee non condivise dal Congresso, lo stesso che dovrà dare la firma finale sull’approvazione dei cambiamenti voluti dal presidente.

La preoccupazione più immediata è l'assistenza sanitaria. Trump ha fatto grandi promesse, prima e dopo le elezioni che parlavano di assicurazione per tutti, costi minori ed estensione del diritto all’assistenza per chi ha redditi bassi. Ma adesso, oltre alla cancellazione immediata dell’Obamacare, le notizie che arrivano dalla stampa Usa (che Trump accusa di fake news cioè di diffondere falsità) è quella di repubblicani che alla Camera stanno creando un piano “sostitutivo” che probabilmente coprirà un numero inferiore di persone rispetto all’Affordable Care Act, promuoverà franchigie più elevate con lo scopo di ridurre i costi sanitari e diminuirà le prestazioni a favore delle fasce di reddito più basse. Ma fare diversamente, secondo quanto ricordano i moderati e i democratici, potrebbe essere troppo costoso per una nazione che ha un debito record e che presto potrebbe trovarsi nuovamente con l’incubo di dover nuovamente alzare il tetto di spesa. Tutto questo per lo stesso motivo: alle dichiarazioni roboanti dell’inizio non solo non sono seguiti toni migliori ma nemmeno particolari tecnici che abbiano potuto dare ai repubblicani l’idea di cosa fare in sede legislativa. Senza contare che i repubblicani sono storicamente contrari ad un interventismo statale nel settore delle infrastrutture che, tra le altre cose, potrebbe essere una mina per il debito pubblico. Anche in questo caso dal Congeresso hanno messo le mani avanti dicendo che ogni investimento in questo campo dovrà essere sterilizzato da tagli di egual misura su altre voci di spesa.

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Riforma fiscale: i dubbi

Ma da Goldman ricordano anche come la volontà di Trump si estenda anche alla riforma fiscale che dovrebbe tagliare la maggior parte delle aliquote sia per i privati che per le aziende, il tutto senza dimenticare la famosa “tassa di confine” cioè quella imposta a tutte le merci importate. E nemmeno di questo si sa ancora nulla e forse potrebbe non sapersi nulla nemmeno dopo il discorso di questa sera al Congresso. Tante cose, dunque, forse troppe per riuscire ad alimentare una fiducia continua e radicata: lo scetticismo è crescente e si basa sul fatto che Trump non potrà vedere approvate tutte le sue iniziative, a prescindere dalla validità economica o meno, in tempi brevi e ancora di meno nella totalità di quanto da lui voluto. Facile che, come a suo tempo accadde per la stessa Obamacare che Trump ha voluto cancellare, che molti punti delle leggi proposte dalla nuova amministrazione siano cambiate, alleggerite, edulcorate o addirittura respinte. Il che potrebbe mitigare, se non deludere le attese dei mercati, in particolare quelli Usa che, come detto, navigano oltre i record storici. Il continuo parlare di una riforma fiscale definita “fenomenale” dallo staff del presidente, è stato un grande catalizzatore che ha permesso il rally dell’azionario, ma proprio adesso, il mercato potrebbe perdere la pazienza se anche in quest’occasione venissero meno i dettagli tecnici e ci si limitasse alla propaganda finora fatta. E questa delusione potrebbe anche portare a una vendita.

Il fantasma delle Fake News

Questi i timori condivisi da Michael Matousek, di US Global Investors Inc. che ricorda come a Trump piaccia condannare le cosiddette “fake news” e chi le mette in giro, senza però accorgersi che, qualora non dovesse illustrare la riforma fiscale nei dettagli, potrebbe essere accusato a sua volta di creare lui stesso notizie false, promettendo cose che poi, alla fine, non mantiene. Con la sola differenza che adesso i mercati sono nettamente in ipercomprato. Non solo, ma anche se i mercati non dovessero essere del tutto disillusi, ma concedere ancora una possibilità alla Casa Bianca, in attesa di eventi concreti che potrebbero anche essere annunciatisi tratterebbe solo di tempo, qualche settimana, non oltre. Poi le vendite. Una conferma di questo punto di vista arriva proprio da Goldman: la banca ha recentemente osservato che mentre i mercati sono stati protagonisti di un rally che ha avuto radice, come più volte detto, sulle aspettative di miglioramento degli utili societari a loro volta derivanti dalle iniziative fiscali della nuova amministrazione, in contemporanea le aspettative degli analisti per i guadagni dei protagonisti dell’S&P 500 sono in calo.

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