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Dai nuovi parametri al cambio zona: Italia pronta ad altre restrizioni

Gli ultimi bollettini quotidiani sul contagio da Covid diramati dal Ministero della Salute non sorridono all’Italia. Nonostante le restrizioni in atto contenute nel decreto Natale, la curva dei contagi ed il tasso di positività non accennano a calare e, in vista della scadenza dell’attuale Dpcm, l’esecutivo starebbe già pensando a nuove ipotesi e restrizioni per evitare scenari già visti in passato.

La prima ipotesi sul tavolo del governo per il dopo-Feste è quella di formulare nuovi criteri per l'indice Rt che permettano di decretare, con numeri anche meno emergenziali, zone arancioni e rosse regionali. Tutto parte dai "giorni leggeri" dello shopping, quelli del periodo che va dal 6 al 23 dicembre, culminato con l'esodo delle vacanze verso Sud.

Un’altra ipotesi sarebbe quella di rafforzare la zona gialla nazionale. Si prenderà in prestito il modello delle Feste fissando per un mese (fino dunque alla prima settimana di febbraio) una zona rossa nazionale nei festivi e prefestivi. Chiusi dunque negozi, ristoranti, bar, vietata la circolazione se non per ragioni motivate. Uno sforzo che servirebbe anche a mettere a regime l'inizio a rilento della campagna vaccinale. A questo si affiancheranno nuovi limiti ai movimenti regionali per tutti e, forse, limitazioni all'orario di apertura di alcune attività commerciali sull'intero territorio nazionale.

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Come riportato dal Corriere della Sera già martedì, quando l’Istituto superiore di Sanità esaminerà l’andamento del contagio, il governo potrebbe decidere di prorogare alcune restrizioni almeno fino alla scadenza del Dpcm previsto per venerdì 15 gennaio.

Indice Rt, sei regioni a rischio

A tremare sono sei regioni che, secondo gli ultimi dati diramati, sarebbero pronte a cambiare il colore della zona di appartenenza. Dal bollettino del 29 dicembre si evidenziava come Veneto, Liguria, Calabria hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, mentre Basilicata, Lombardia e Puglia lo superano nel valore medio, e Marche, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia lo sfiorano.

Tali regioni, ad eccezione dell’Abruzzo che “scenderà” da arancione a gialla, si apprestano dunque a passare da zona gialla ad arancione e chi da arancione a rossa.

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Riapertura scuola, nuovo rinvio?

A far discutere e preoccupare è il ritorno a scuola. Inizialmente fissato per il 7 gennaio, il rientro dietro i banchi potrebbe però nuovamente slittare. Nelle ultime ore fitto è stato lo scambio di pareri tra presidenti delle Regioni e governo che, numeri alla mano e consigliato dagli esperti, sarebbe propenso ad attendere altri 10 giorni.

La riapertura potrebbe dunque slittare al 18 gennaio, tuttavia resta ancora in piedi l'ipotesi che da giovedì prossimo le aule torneranno a riempirsi, anche se solo per metà. Il rientro infatti sarà parziale con la didattica a distanza al 50% ovunque e orari d'ingresso scaglionati, ma solo in undici Regioni (il cosiddetto doppio turno, con ingressi alle 8 e alle 10 e lezioni da 45 minuti).

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