Dati USA deboli, la banca centrale russa non interverrà
Dati USA in primo piano, l’USD continua a perdere
By Arnaud Masset
Gli ordini di beni durevoli hanno superato ampiamente le previsioni medie, segnalando una solida ripresa a giugno, dopo due mesi di contrazione. L’indice primario è salito al 6,5% m/m rispetto al 3,9% previsto e alla cifra, rivista al rialzo, pari al -0,1% di maggio. La sorpresa positiva è da attribuire essenzialmente ai nuovi ordini di velivoli, grazie all’Air Show di Parigi (23-25 giugno). Al netto delle componenti volatili dei trasporti, l’indice di fondo degli ordini di beni durevoli ha deluso le attese, attestandosi allo 0,2% m/m rispetto allo 0,4% previsto e allo 0,6% della stima precedente. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) complesso, il rapporto suggerisce che l’attività manifatturiera continua a espandersi a un ritmo moderato, mentre la domanda anemica di beni di consumo, come veicoli e prodotti elettronici, segnala che i consumi delle famiglie non sono ancora pronti a decollare, cattivo auspicio per l’inflazione.
A proposito d’inflazione, nelle prossime ore sarà pubblicato l’indice di fondo sulle spese personali (CPE) relativo al secondo trimestre. Si prevede un incremento allo 0,7% (tasso annuo destagionalizzato), in flessione dal +2% del primo trimestre. Anche se il rallentamento delle pressioni inflazionistiche è già stato documentato negli ultimi mesi, i mercati finanziari non saranno immuni a bruschi aggiustamenti, se l’indice riservasse una sorpresa (in qualsiasi direzione).
Il PIL del T2 USA dovrebbe essere salito al 2,7% (tasso anno t/t) rispetto all’1,4% del trimestre precedente, soprattutto sulla scia delle forti aspettative sui consumi personali, previsti al 2,8% (tasso annuo destagionalizzato) , rispetto all’1,1% del T1.
Venerdì l’EUR/USD si è stabilizzato intorno a 1,17 dopo aver fatto segnare un massimo pluriennale a 1,1777 giovedì. La diffusa debolezza del dollaro degli ultimi mesi è stata rafforzata dal comunicato colomba diffuso mercoledì dalla Fed. Gli investitori dovranno aspettare settembre per avere maggiori delucidazioni sul pensiero sia della BCE (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , sia della Fed, pertanto il mercato sarà più sensibile del solito ai dati economici, specialmente quelli riguardanti l’inflazione.
Russia: decisione sul tasso temendo le sanzioni
By Yann Quelenn
Il rublo si muove lateralmente intorno a 60 rubli, ciò potrebbe non durare a lungo, perché la coppia USD/RUB è sotto pressione. I dati economici russi stanno migliorando, ma ci sono altre questioni geopolitiche che potrebbero avere grosse conseguenze sul futuro dell’economia russa. Il Senato USA, infatti, ha finalmente approvato il rafforzamento delle sanzioni, che potrebbe impedire a Donald Trump di rimuoverle. Ora Trump dovrà modificare la legislazione, una contraddizione, se si considera che la sua relazione con la Russia durante la campagna elettorale è al centro di un’inchiesta. Ci potrebbe pertanto essere un conflitto d’interessi.
Alcuni ritengono che, con le sanzioni USA, la Russia rischi di affrontare decenni di bassa crescita. Anche altri fondamentali economici, come i bassi prezzi del petrolio, che rimangono sotto i $50, pesano sull’economia russa. L’inflazione, seppur in calo, rimane molto elevata e dovrebbe salire al 5% entro la fine dell’anno (ora 4,4%). Crediamo che la Banca Centrale di Russia (CBR) abbia un po’ di spazio per normalizzare la sua politica monetaria. La CBR deve anche garantire la stabilità dei prezzi alla luce delle sanzioni e ciò indurrà i banchieri a non restringere i tassi. Di (KSE: 003160.KS - notizie) conseguenza, il tasso rimarrà al 9%. Nel medio termine, miriamo a 58 rubli per un dollaro, poiché riteniamo che il rublo sia ancora una buona opzione per il carry trade, pur con i rischi al ribasso, limitati, che presenta.
Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online