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Dati Usa stupiscono ancora, Petrolio vola sopra 50 dollari

Dati Usa stupiscono ancora, Petrolio vola sopra 50 dollari

Chiusura positiva per i listini europei (fatta eccezione per Madrid) che sembrano voler dare seguito al rimbalzo degli ultimi due giorni. Il mood degli operatori rimane abbastanza disteso e questa circostanza è riconducibile a diversi fattori, tra cui:

  1. Una sensibile riduzione dei timori sulla Brexit, in scia ai sondaggi che continuano a dare per favorita la permanenza nell’Unione europea. Anche il nostro secondo sondaggio, condotto via telefonica da Survation, mostra una probabilità per il “Remain” intorno al 54% contro il 46% del “Leave”;

  2. La prosecuzione di dati macro decisamente migliori delle attese arrivati dagli Usa. Oggi, in particolare, hanno sorpreso le figure sugli ordini di beni durevoli (+3,4% m/m) e l’indice Pending Home Sales (5,1% m/m), quest’ultimo balzato al livello più alto da 10 anni. Queste sono solo le ultime figure che si uniscono già a quelle rilasciate nei giorni scorsi sulle vendite di case nuove e sulle vendite al dettaglio;

  3. Una certa stabilità dei prezzi del petrolio. Proprio oggi, il future sul WTI (scadenza luglio) è tornato sopra la soglia dei 50 dollari/barile, per la prima volta da ottobre scorso. Il continuo calo delle scorte negli Usa, i problemi di produzione in Nigeria, Canada e Venezuela hanno contribuito a ridurre i timori circa l’eccesso di offerta sul mercato primario.

Cosa aspettarsi dunque in ottica strategica nelle prossime settimane?

Crediamo che il vero market mover sia rappresentato dal Referendum sulla Brexit in agenda il 23 giugno prossimo. Questo evento potrebbe condizionare la decisione di molti attori del mercato, a partire dalla Fed. Nonostante le recenti dichiarazioni arrivate da alcuni membri Fed, ci aspettiamo che la Banca centrale Usa non ritocchi i tassi a giugno, anche se i dati macro dovessero continuare ad essere brillanti. Brexit permettendo, il rialzo potrebbe esserci a luglio, anche se in quella data non è prevista alcuna conferenza stampa della Yellen. Probabilmente, la numero uno della Fed approfitterà della riunione di giugno per preparare il mercato a un ritocco nella riunione successiva. Rimane improbabile, a nostro avviso, che il ritocco dei tassi slitti a settembre, dato che poi si troverebbe a rialzare ulteriormente i tassi a dicembre. Ipotesi questa che potrebbe spaventare il mercato circa il ritmo di rialzo troppo veloce impresso dalla Banca centrale.

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In proposito, sarà interessante seguire il discorso che la Yellen terrà domani pomeriggio all’Università di Harvard. Sarà il penultimo appuntamento (l’altro è in agenda il 6 giugno) prima della riunione di metà giugno, pertanto gli operatori cercheranno di carpirne le intenzioni di politica monetaria.

Il risk on ha richiamato l’attenzione degli operatori sugli asset rischiosi, equity in particolare. I grandi fondi hanno arrestato il deflusso sull’azionario europeo, complice proprio l’assopimento delle tensioni sulla Brexit. Nonostante tutto, permane ancora una certa cautela. Il balzo dei mercati degli ultimi giorni potrebbe essere il frutto per lo più di ricoperture di posizioni corte. All’indomani del Referendum del 23 giugno, se i cittadini britannici voteranno per restare nella Ue, potremmo assistere a una nuova ondata di ottimismo. Alla luce di ciò, ci aspettiamo che Wall Street sia destinata a tornare sui massimi storici e anche più, mentre in Europa i listini potrebbero superare i massimi di aprile e puntare a chiudere i gap lasciati aperti a inizio anno.

VINCENZO LONGO

Market Strategist

Autore: IG Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online