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Davide Faraone: "Lavoriamo a una grande forza da Carfagna a Gori"

Senator Davide Faraone attends the Minister of Agriculture and national coordinator of the political party Italy Viva Teresa Bellanova (not in picutre) during the presentation of the political project of Matteo Renzi's new political movement in Palermo, Italy, on February 17, 2020. (Photo by Francesco Militello Mirto/NurPhoto via Getty Images) (Photo: NurPhoto via Getty Images)

È il day after del siluramento della legge Zan, il centrosinistra è una polveriera, su Italia viva un fiume di veleni per gli ammiccamenti a destra. Davide Faraone, capogruppo del Pd al Senato, respinge le accuse al mittente: “Provenzano dice che stiamo con la destra? A me dispiace che il Pd si sia affidato a esponenti come Provenzano, tutto chiacchiere e convegni. Hanno fatto affossare la legge, conta più blaterare che fare, tutto questo col riformismo non c’entra un tubo”. Faraone si dice lontano da un Pd che guarda al movimentismo e ai 5 stelle, e gira lo sguardo. Verso i moderati di Forza Italia, ma non solo: “Tra noi, Calenda, Lupi, Toti, Bonino, Gori, Bentivogli, molti esponenti di Forza Italia, tutte persone di buon senso che condividono le istanze riformiste che il governo sta portando avanti, quali sono le differenze?”. Per questo il progetto è quello di “una grande forza che metta insieme moderati, europeisti e liberali”. Un monito anche sul Quirinale: “Se alcune forze politiche vogliono sostenere una strategia come l’hanno sostenuta sullo Zan, noi diciamo che il modello Ro-do-tà oltre a non piacerci è semplicemente perdente”.

Senatore ma quindi lei è di destra?
Io di destra? Io sono nato e cresciuto allo Zen di Palermo, sono figlio di un sindacalista, un papà che è scomparso da poco e che ho amato molto e che mi ha insegnato tutto: il rispetto per le idee altrui, ad esempio. La mia militanza è nota, così come la mia avversione al populismo. Perché vede, il vero nemico del progressismo, cito Veltroni, è l’immobilismo, la conservazione, il non saper ragionare, il non avere idea di come si faccia politica.

Il Pd non ne ha idea?
Il riformismo è cambiamento, oppure non è, il riformismo non è testimonianza, non è ideologia o rigidità, è battersi per far stare meglio le persone. Non è agitare una bandiera restando immobili, è cambiare le cose nella società, così come abbiamo fatto noi, il Pd del 40% con le unioni civili. Lezioni da chi fischiettava allora non ne prendo.

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Che siate di destra dice il Pd, non ce lo stiamo inventando.
Guardi io sono un riformista, e in Italia manca una grande forza che metta insieme moderati, europeisti e liberali, che sostenga il governo Draghi non considerandolo solo figlio dell’emergenza, un governo tecnico, ma appoggi il suo sforzo riformista per l’Italia. Io auspico che nasca una forza del genere, “centrale” più che centrista e le dico che potrebbe essere la prima per consenso in Italia.

Scusi ma Italia Viva?
Italia Viva è una forza riformista che ha aperto una strada, ma l’obiettivo è aggregare tutti quelli che la pensano allo stesso modo.

Le cito testualmente Provenzano, che non è un passante ma il vicesegretario del Pd, che dice che da parte vostra ci sono state “gravi complicità con questa destra”.
A me dispiace che il Pd si sia affidato a esponenti come Provenzano, tutto chiacchiere e convegni, che non sa cosa sia il popolo ma si sente sempre di rappresentarlo, mi sembrano più populisti dei populisti e il riformismo non sanno dove stia di casa. Guardi quello che è successo sulla legge Zan.

Cosa è successo?
Che hanno ritenuto più importante gridare che farlo approvare realmente. I suoi leader spingono il Pd se va bene nel velleitarismo, se va male nelle braccia dei 5 stelle. Mi scusi ma lezioni da Provenzano no. Mentre noi approvavamo le unioni civili loro erano all’opposizione. E dopo aver fatto affossare il provvedimento adesso che fanno? Propongono una raccolta di firme. Conta più blaterare che fare, tutto questo col riformismo non c’entra un tubo.

Ma sono loro a dire che voi avete tradito nel segreto dell’urna, che Renzi era in Arabia Saudita.
Ma dai. Se avessero applicato il metodo che abbiamo usato sulle unioni civili oggi avremmo una legge e non chiacchiere. Di questa legge ne hanno parlato tutti, influencer, social, al bar, gli editorialisti, tranne i legislatori che avrebbero dovuto approvarla. Non abbiamo potuto votare nemmeno un articolo per questo bieco scontro frontale. Dovevamo migliorarla e allargare la maggioranza, per mesi abbiamo detto che così non si andava avanti.

A proposito di allargamenti. Calenda, che è un vostro interlocutore da quel che capisco, si domanda che diamine state facendo in Sicilia alleandovi con Micciché
Io non capisco perché quando Letta parla di allargare il campo, persino ai moderati di Forza Italia, quando Calenda chiama a raccolta azzurri e Pd contro i populismi va bene. Invece quando Iv lo pratica nei fatti nascono le polemiche. Per costruire questa forza di cui parlavamo politica bisogna mettere insieme chi oggi è diviso da un bipolarismo anomalo.

Non solo Micciché?
Ma scusi, tra noi, Calenda, Lupi, Toti, Bonino, Gori, Bentivogli, molti esponenti di Forza Italia, tutte persone di buon senso che condividono le istanze riformiste che il governo sta portando avanti, quali sono le differenze? Noi o ci lavoriamo seriamente a questa nuova forza o cadiamo prigionieri del velleitarismo, lasciando aperta la strada a populisti e sovranisti.

Le faccio due nomi: Carfagna e Giorgetti. Saranno alla sua scuola di formazione politica di questo fine settimana. Si allarga anche a loro?
Per la scuola abbiamo invitato personalità non per forza di partito e con un percorso politico comune. Parleranno davanti a più di 100 under 30 che li ascolteranno, e saranno loro a giudicare.

Carfagna fa parte dei moderati di Fi a cui guardate.
Credo che con tutte queste personalità sia necessario ragionarci.

Insomma, ragionate con tutti tranne che con il Pd mi pare di capire
Con tanti amici del Pd ho condiviso e condivido un percorso, so per certo, per esperienza, che lì dentro tanti sono riformisti. Ma se fanno prevalere un’idea movimentista, per capirci quella che hanno messo in campo sulla legge Zan, se inseguono i 5 stelle sul loro terreno, allora non è un mistero che da quella proposta lì noi siamo distanti.

Ma supponiamo che Draghi e Mattarella non siano disponibili, il centrodestra avanza il nome di Berlusconi e il centrosinistra quello di Gentiloni: per il Quirinale che fate?
Io non farei nomi al momento, è troppo presto. Quello che ti posso dire è che se alcune forze politiche vogliono sostenere una strategia come l’hanno sostenuta sullo Zan, vuol dire che non vogliono ottenere un risultato ma uno spot attorno a nomi che i numeri non li hanno. Il modello Ro-do-tà oltre a non piacerci è semplicemente perdente.

Un accordo con tutti, destre comprese. È questo lo schema di partenza?
Lo schema di partenza è avere un prossimo presidente della Repubblica europeista, autorevole e riconosciuto da tutti. Più larga è la base che lo elegge, meglio è.

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.