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Debito Grecia, l’Eurogruppo ha deciso: niente accordo senza FMI

Si complica la situazione della Grecia. Paradossalmente non è quella dei conti pubblici della nazione, già disastrati, e nemmeno l’iter delle varie riforme imposte, già adottate e che hanno causato la paralisi della nazione per le proteste della popolazione, ma quella dei suoi creditori.

La situazione

I vari ministri delle Finanze chiamati a deliberare per l’ok al piano di aiuti ad Atene e per il nulla osta alla tranche da 10 miliardi per aiutare il governo Tsipras, devono prendere atto anche della volontà irremovibile del Fondo Monetario Internazionale di ristrutturare il debito greco, debito a tutti evidente nella sua ingestibilità ma che nessuno vuole rivedere, prima di tutti i tedeschi. Per questo motivo, vista l’impossibilità di risolvere la situazione con i patti accettati da entrambe le parti (debitori greci e creditori internazionali) il FMI ha avvisato che, senza una revisione del debito, la sua partecipazione al piano di aiuti è da considerarsi impossibile. Il che porterà ad aumentare la quota da parte degli altri attori in scena, europei in prima linea e tra questi, ovviamente, i tedeschi i quali, a loro volta, avevano posto la presenza del FMI come prerequisito indispensabile e garanzia imprescindibile. Intanto ad Atene il primo ministro Tsipras è riuscito a far approvare al Parlamento le ultime misure di austerità imposte dai creditori, misure che comprendono un incremento delle privatizzazioni e persino alcune clausole di salvaguardia sulle imposte indirette che dovrebbero scattare qualora l’ avanzo primario del 3,5% del Pil non venisse raggiunto.

10 miliardi su 80: quanti ad Atene?

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Il tutto per riuscire ad avere quella tranche da 10 miliardi, parte degli 80 ancora da elargire. Ma di questi 10 solo una minima parte arriverà alla nazione esausta dal momento che 3,4 miliardi passeranno subito come rimborso alla Bce (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) . Quella di Tsipras è stata una vera e propria cavalcata verso quello che il FMI giudica un piano di salvataggio assolutamente inattuabile e insostenibile dal momento che non permetterà alla nazione di risollevarsi dal gravissimo stato di prostrazione in cui si trova.

Ormai è una lotta tra le due donne più potenti del mondo e cioè tra Christine Lagarde, direttrice del Fondo monetario, e Angela Merkel cancelliere tedesco. Come riuscire a risolvere la situazione? Se non si potrà arrivare a un accordo di massima si dovrà agire sul fattore tecnico e cioè sfruttare i meccanismi di salvataggio creati a suo tempo dalla Bce (Dusseldorf: BCE1.DU - notizie) (Esm) il quale acquisterebbe i prestiti del Fmi a condizioni agevolate, il che potrebbe permettere di abbassare il costo del debito contratto da Atene e trasformarli in linee di credito dalle condizioni più comode. Un secondo step sarebbe il riscadenziamento del debito o la diluizione degli interessi

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