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Debito pubblico Italia: e se non ci fosse stato l'Euro?

Gennaio 2002 debutta l'Euro. I dati che misurano lo stato di salute delle economie dei diversi Stati vedono la Germania vincente sull'Italia.

Debito, deficit, PIL, disoccupazione non reggono il confronto, il trend per l'Italia è negativo.

Inizialmente il debito dell'Italia ha dimensioni paragonabili a quelle tedesche (sebbene le economie dei due Stati abbiano proporzioni differenti), ma il problema principale è la mancanza di un PIL adeguato.

La Germania viene da anni di bassi tassi di interesse sul debito, l'Italia invece no.

La Germania impone l'austerity a tutti gli Stati membri UE per evitare sforamenti del debito, questo blocca gli investimenti che intanto lei stessa aveva fatto in precedenza... ma gli altri Stati membri no.

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Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) decennio che segue la crisi economica mondiale porta i debiti nazionali a lievitare (raddoppia il debito, l'Italia raggiunge il terzo posto su scala mondiale) ed i PIL a crollare (oltre -5% nel 2009 per entrambi).

Il valore dei titoli di Stato crolla, costringendo gli Stati a pagare elevati interessi per finanziarsi, gli Stati con debiti alti e PIL bassi (come l'Italia) tremano, non avendo prospettive di crescita sostenibili.

La Germania (e non solo) sfrutta la liquidità in cassa per acquistare asset dai Paesi in difficoltà (leggi Italia e Grecia).

La BCE per incentivare le imprese a prestarsi denaro per investire azzera il tasso di sconto ed acquista titoli di debito alzando i prezzi, riducendo così gli interessi sul debito.

Senza la moneta unica l'Italia avrebbe mantenuto più alti di oggi i tassi di interesse (non avendo la forza da sola per ridurli al livello attuale), aumentato il debito (più di oggi dovendo pagare più interessi), non impementato politiche di austerity (con conseguente ulteriore aumento del debito).

Mentre sul PIL che cosa sarebbe successo? La crisi economica non è stata una forza interna all'Europa, quindi sarebbe crollato ugualmente, certo è che senza la svendita di molti asset probabilmente la risalita avrebbe avuto una maggiore energia. Il commercio estero ad esempio ha visto dati costantemente non tragici. Ma vista la debolezza del PIL che ha preceduto l'ingresso dell'Euro, sarebbe stata sostenibile questa strada? Come?

Mario Draghi continua a tenere in piedi questo equilibrio che da ora in avanti rappresenta un freno per la Germania ma che invece rappresenta ossigeno per i Paesi mediterranei che destinano le risorse non spese per il pagamento di interessi sul debito agli investimenti. l problem è che in questi anni solo la Spagna e l'Irlanda hanno sfruttato questa opportunità, mentre l'Italia, la Grecia ed il Portogallo impegnate nell'implementazione dell'austerity non hanno dato sufficiente spazio alla crescita che ora stenta a manifestarsi.

Prospettive?

Il tempo stringe e presto non sarà possibile mantenere questo Stato di cose, ma la soluzione non può essere l ritorno alla Lira, ma dovrà passare per un cambio di politica interna (più sviluppo e meno sprechi), un cambio di politica europea (meno vincoli, maggior coesione tra Stati evitando scontri campanilistici) ed una maggiore apertura verso l'estero (alleanze solide su politica e business oltre i confini europei): una strategia nuova.

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