Annuncio pubblicitario
Italia markets close in 3 hours 37 minutes
  • FTSE MIB

    34.775,43
    +15,74 (+0,05%)
     
  • Dow Jones

    39.760,08
    +477,75 (+1,22%)
     
  • Nasdaq

    16.399,52
    +83,82 (+0,51%)
     
  • Nikkei 225

    40.168,07
    -594,66 (-1,46%)
     
  • Petrolio

    82,74
    +1,39 (+1,71%)
     
  • Bitcoin EUR

    65.275,57
    +307,19 (+0,47%)
     
  • CMC Crypto 200

    885,54
    0,00 (0,00%)
     
  • Oro

    2.229,90
    +17,20 (+0,78%)
     
  • EUR/USD

    1,0798
    -0,0032 (-0,29%)
     
  • S&P 500

    5.248,49
    +44,91 (+0,86%)
     
  • HANG SENG

    16.541,42
    +148,58 (+0,91%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.091,66
    +9,92 (+0,20%)
     
  • EUR/GBP

    0,8549
    -0,0018 (-0,21%)
     
  • EUR/CHF

    0,9768
    -0,0017 (-0,17%)
     
  • EUR/CAD

    1,4654
    -0,0034 (-0,23%)
     

Decreto Poletti: come funziona, cosa cambia rispetto alla legge Fornero

Da venerdì 15 maggio il decreto Poletti è legge. Il dibattito sul provvedimento per il rilancio dell’occupazione resta aperto: da una parte il plauso delle imprese per cui il decreto amplia le possibilità di una flessibilità "buona", dall’altra i timori dei sindacati per una maggiore precarizzazione nei contratti. Da qualsiasi prospettiva lo si voglia guardare, il decreto Poletti supera la legge Fornero, in alcuni dei suoi principi cardine. Ecco cosa cambia.

I contratti acausali

La novità più grande riguardante i contratti a termine è l’eliminazione dell’obbligo, per le aziende, di inserire la motivazione per cui l’azienda ha fatto ricorso a un contratto a tempo indeterminato. Se prima occorreva enumerare le ragioni tecniche, organizzative, produttive o sostitutive che rendevano legittima l’apposizione di un termine al contratto con il dipendente, ora quest’obbligo decade. I contratti acausali, inoltre, potranno essere rinnovati fino a 36 mesi e non più, come con la legge Fornero, fino a 12 mesi: i rinnovi potranno essere fino a un massimo di 5.  

Contratti a termine: il tetto del 20%

Il decreto introduce una soglia massima di contratti a termine per azienda: viene stabilito un tetto del 20% rispetto al totale dei lavoratori. Se si supera questo limite, l’azienda non dovrà più trasformare i contratti eccedenti in contratti a tempo indeterminato, ma dovrà pagare una sanzione amministrativa pari al 20% dello stipendio previsto dai contratti in più. Questo tetto vale per le imprese con più di 5 lavoratori, mentre fino a 5 lavoratori è possibile stipulare un contratto a tempo determinato.
 
Il diritto di precedenza

Il lavoratore precario con un contratto di oltre sei mesi nella stessa azienda, ma anche il lavoratore stagionale, possono avvalersi del diritto di precedenza alla stabilizzazione dei precari, ma ciò deve essere richiamato espressamente nel contratto.

Maternità

Qualora il congedo di maternità intervenga all’interno di un contratto a termine, concorre alla determinazione del periodo di attività lavorativa utile al conseguimento de diritto di precedenza all’assunzione. Alle lavoratrici viene riconosciuto il diritto di precedenza anche nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal datore di lavoro entro i successivi 12 mesi con riferimento alle mansioni già espletate in esecuzione dei precedenti rapporti a termine.

Apprendistato

Per quanto riguarda gli apprendistati il principale intervento riguarda la quota di rapporti che le aziende devono trasformare in assunzione prima di poter avviare nuovi apprendistati: la quota del 20% permane solamente per le aziende con più di 50 dipendenti. Nei percorsi di apprendistato viene definito un sistema di alternanza scuola-lavoro e sono introdotte modalità semplificate per la compilazione del piano formativo individuale sulla base di moduli e formulari stabiliti da enti bilaterali e dalla contrattazione collettiva.

Garanzia Giovani

Viene reso immediatamente operativo il programma Garanzia Giovani, il programma europeo che porta in dote all’Italia 1,5 miliardi di euro per il biennio 2014-2015 per favorire l’occupazione. All’appello hanno già aderito 50mila ragazzi in tutta Italia.

I giuslavoristi attendono che si metta mano anche al telelavoro per far partire una legislazione di riferimento adeguata all’attività di chi opera dal proprio domicilio. Attualmente è questa una delle più evidenti lacune giuridiche alle quali far fronte. Inoltre bisognerà “mettere a dieta” la burocrazia che fa perdere alle imprese fino al 30% del proprio tempo per sbrigare pratiche e tagliare il costo del lavoro, specialmente nella parte non salariale. Il Decreto Poletti, insomma, è solo un punto di partenza.