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Def, l'errore del Tesoro che fa sembrare l'Italia in bancarotta

L'errore del Tesoro sulle entrate pubbliche
La versione iniziale del Documento di Economia e Finanza 2014 contenente l'errore sull'ammontare delle entrate.

Un vecchio adagio sostiene che la fretta sia cattiva consigliera e con l’accelerazione impressa da Matteo Renzi alle riforme e alle pianificazioni economiche, la rapidità rischia di inciampare negli errori. Nella tarda serata di mercoledì 9 aprile il Ministero dell’Economia ha reso pubblico di Documento di Economia e Finanza, un testo piuttosto articolato: nove divisioni, tre sezioni, tre allegati, per un totale di 1354 pagine. Non propriamente un livre de chevet da portare in valigia.

Il Def – pubblicato in formato Pdf – è stato rimosso ed è scomparso dal web per qualche ora, poi alle 12 di giovedì 10 aprile è tornato in bella vista nella parte alta dell’Home page. Quale ragione dietro l’eclissi digitale?

Se, inizialmente qualcuno aveva pensato a un problema tecnico, si è poi scoperto – con la comparazione del testo “serale” con quello uploadato  che la rimozione è stata effettuata per correggere alcuni refusi, un paio di numerazioni delle pagine errate, piccole modifiche sulle tabelle e un errore macroscopico che non è sfuggito ai più attenti addetti ai lavori.

Nel Capitolo Programma stabilità dell’Italia, alla pagina 19, Tavola III.2 e riga 16 alla voce “Totale entrate” la somma di tutti gli introiti delle amministrazioni pubbliche (tasse, contributi, redditi da proprietà) messe a bilancio per il 2013 evidenziava dati incredibilmente bassi: “solo” 45,99 miliardi di euro contro i quasi 745 miliardi di euro raccolti nel 2013. Una cifra che, se vera, avrebbe sentenziato la bancarotta del Paese.

Per fortuna si è rivelata solamente la svista di un funzionario distratto e nella nuova versione i 45,99 miliardi sono diventati 744,87. Una correzione dovuta visto che il testo ufficiale verrà passato ai raggi x dagli attentissimi tecnici di Bruxelles che dovranno esprimere una valutazione entro giugno sul piano dell’Italia per uscire dalla crisi. E un errore del genere, in quella sede, non sarebbe stato certo un bel biglietto da visita.

La versione corretta del documento: