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Delitto Cogne, Taormina chiede di pignorare la villa

Annamaria Franzoni  (AP Photo/Alberto Ramella)
Annamaria Franzoni (AP Photo/Alberto Ramella)

Annamaria Franzoni si è opposta alla notifica di pignoramento della casa di Cogne avanzata dall'avvocato Carlo Taormina. A prendere in carico la causa sarà il Tribunale di Aosta che potrà accogliere la richiesta di Taormina sul pignoramento per mancato compenso di oltre 275mila euro, quando difese la Franzoni fino al processo di appello nel quale era accusata dell'uccisione del figlio. Oppure potrà riconoscere la non pignorabilità in quanto la villa si trova all'interno di un fondo patrimoniale, costituito a maggio 2009 dalla Franzoni e dal marito Stefano Lorenzi.

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La donna è assistita dagli avvocati Maria Rindinella e Lorenza Parenti del foro di Bologna, mentre Taormina dal figlio Giorgio e dall'avvocato Giuseppina Foderà di Aosta. Il giudice dell'esecuzione Paolo De Paola ha fissato un'udienza l'11 dicembre.

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Quella casa in cui il 30 gennaio 2002 fu ucciso il piccolo Samuel e che all'epoca del processo è stata al centro di perizie nelle aule di Tribunale e di misteri mai chiariti nei salotti televisivi, torna di nuovo oggetto di scontro.

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Una sentenza del tribunale di Bologna aveva fissato l'onorario che la Franzoni avrebbe dovuto pagare a Taormina in 275mila euro, che sono diventati oltre 470mila se sommati di Iva, interessi e cassa previdenza avvocati. Quella proprietà immobiliare sarebbe l'unico bene aggredibile della Franzoni che ora vive sull'Appennino bolognese dopo aver trascorso gli ultimi anni in detenzione domiciliare col divieto di tornare nel comune della Val d'Aosta.