Delitto di Padova, il nonno: "Mia figlia aveva più volte segnalato l'ex marito"
“Purtroppo siamo arrivati a questo, i ragazzi sono morti e io ho perso tutti e due i miei adorati nipoti”. Sono le parole di Aldo Calzarotto, padre di Roberta, madre dei due adolescenti uccisi dal padre Alessandro Pontin che si è poi tolto la vita a Padova domenica 20 dicembre. Intervistato dal Corriere della Sera, Calzarotto, che viveva insieme alla figlia e ai nipoti, ha riferito che “più volte Roberta era stata a parlare con i carabinieri di quell'individuo che faceva cose strane”.
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“Nemmeno una bestia ammazza in quel modo i propri figli. Ma che uomo era questo?”. “Andavo a prenderli a scuola ogni giorno, perché mia figlia lavora. Mangiavano con me e mia moglie. Come viviamo senza di loro?”, ha aggiunto il nonno.
Pontin aveva lavorato a lungo come artigiano parquettista, poi la crisi economica e l’idea di una nuova professione nelle discipline olistiche insieme alla nuova fidanzata, Luciana Zillio. Un’attività che tuttavia non era riuscita a decollare. Da qui la difficoltà nel pagare gli alimenti ad ex moglie e figli.
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Con il Corriere della Sera, a questo proposito, ha parlato anche il fratello di Roberta, Claudio Calzarotto: “Mia sorella - ha spiegato - percepiva 100 euro al mese per i due bambini e al magistrato sembrava una cifra non adeguata, eccessivamente bassa. Lei aveva chiesto qualcosa di più, ma proprio questa settimana è stato tutto archiviato e lei era molto arrabbiata. Sembrava che lui non avesse colpe e invece”.
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