"Do una scossa allo Strega con Edith Bruck. Non è un libro di memoria, ma di vita"

Il pane perduto di Edith Bruck (La Nave di Teseo) è stato proposto da Furio Colombo al Premio Strega 2021. Una scelta che promette di far saltare ogni equilibrio politico ed editoriale. Abbiamo chiesto al giornalista, scrittore e politico, la motivazione. O meglio, le motivazioni.
“La prima, la più ovvia, inevitabile, è la qualità del libro. Edith ci regala due anni di storia del mondo, di storia europea, di storia dell’unica guerra razzista mai combattuta, raccontati in un libro apparentemente breve, ma efficace, non tanto nel rievocare, ma nel vivere di nuovo quello che è accaduto. Non è un libro di memoria, ma di vita: l’autrice sta vivendo ciò che ci sta raccontando. Una tragedia spaventosa è vissuta con il lettore nel momento in cui essa avviene. A tanti decenni di distanza con un senso di attualità, di immediatezza, persino di pericolo, che ne fa un frammento di letteratura contemporanea. Il problema certo è la Shoah ma nel mezzo di tanta letteratura della memoria, qui c’è l’offerta di vita di un’autrice ai suoi lettori. Un fatto insolito e straordinario”.
Furio Colombo ha conosciuto Edith Bruck “in casa di amici” nel 1956, due anni dopo l’arrivo in Italia della poetessa e scrittrice sopravvissuta ai campi di concentramento, e delusa dalla sua Israele agognata e raggiunta, ma tutt’altro che “di latte e di miele”. Da allora quello che li lega è “un rapporto di amicizia mai interrotto”. Una frequentazione che ha portato Colombo, col marito di Edith, il poeta Nelo Risi, a Novisad, in Serbia, per girare ‘Andiamo in città’. “Pur non essendo esperto di cinematografo ho fatto parte del gruppo”. E qui, nello scarto tra consuetudine e sorpresa, risiede la seconda motivazione.
“Conosco, vedo, incontro Edith Bruck da decenni. Abbiamo esattamente la stes...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.