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Dollaro in ulteriore recupero, azionario europeo in rialzo

Il ritorno degli USA sui mercati ha visto i tassi US e il Dollaro riprendere la salita. Nessun catalyst imprevisto, a fronte di questi movimenti, ma a indebolire i bonds US possono essere intervenuti 2 fattori noti: i) l'orgia di emissioni obbligazionarie previste da parte del Tesoro US ( un totale di 258 bln in 48 ore) e ii) l'incombere della pubblicazione (domani) delle minute di un FOMC, quello del 31 gennaio scorso, dall'outcome discretamente hawkish (seguito dagli ormai noti report sui salari orari e sul CPI che tanto scalpore hanno causato). Vedi mai che il numero di rialzi prezzati per il 2018 (3) possa salire.

La forza del dollaro è stato un corollario di questi effetti. Il 2 anni US è balzato al 2.23%, massimo da 9 anni e mezzo. Effetto tassi a parte, c'è forse da considerare l'impatto atteso sulla liquidità in dollari dell'emissione record di 151 bln di T-bill previsti per la serata. Di (KSE: 003160.KS - notizie) recente la narrativa sul biglietto verde è finita preda dei "twin deficits" (commerciale e di budget), e del rebalancing delle riserve valutarie, ma fattori negativi per l'offerta di base monetaria come la balance Sheet reduction FED, la ricostituzione delle riserve del tesoro dopo le soluzioni per Shutdown e debt ceiling, e, perchè no, l'ammontare dell'issuance di debito, restano delle forze a supporto del biglietto verde. E poi c'è, non quantificabile, l'eventuale rimpatrio di utili da parte delle aziende US in seguito alla riforma fiscale.

Comunque sia, la parte di Asia aperta non ha gradito troppo il rimbalzo del biglietto verde e la salita dei tassi US. Seul, Mumbai, e perfino Tokyo hanno mostrato cali, anche se su quest'ultima ha pesato forse più la tendenza a consolidare la salita delle ultime 3 sedute, per un totale di +4.5%.

Discorso un po' diverso per l'azionario europeo, che avendo corretto ieri, si è trovato stamattina gratificato da un € in discreto calo. Detto questo, i tentativi degli indici europei di staccarsi dalla parità sono stati frustrati in mattinata dalla debolezza dei future su Wall Street, giunti a tratti a perdere lo 0.8% rispetto alla chiusura di venerdi. Sul fronte macro, lo Zew tedesco si è assestato un po' più delle attese, pur restando su livelli elevati (92.3 da prec 95.2 e vs attese per 93.9. Nota di colore, i segni di vita delle attese di inflazione ( Zew says inflation expectations for germany and eurozone have started to increase ).

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In mattinata ha trovato posto anche uno scarto della sterlina causato da un articolo di Business Insider secondo cui il Parlamento Europeo sarebbe disposto a garantire maggiore flessibilità e un accesso privilegiato al mercato comune alla Gran Bretagna. Naturalmente il FTSE 100 non ha gradito.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) pomeriggio, in assenza di dati macro di rilievo in US, e in attesa degli esiti delle aste, Wall Street ha intavolato un apertura leggermente migliore di quanto promesso dai suoi futures, e cosi l'azionario europeo è riuscito a staccarsi definitivamente dalla parità e accumulare un discreto progresso, portato avanti fino alla chiusura. Cosi (NasdaqCM: COSI - notizie) almeno oggi possiamo bearci di un Eurostoxx che outperforma significativamente l'S&P 500, anche se si tratta in parte di un illusione (c'è la discesa di ieri da mettere in conto). L'€ debole è stato sicuramente un fattore a supporto, mentre il settore bancario, dopo aver tenuto meglio durante il ribasso, continua ad essere un po' una zavorra. Milano ha continuato a soffrire un po' l'incombere delle elezioni.

Dopo la chiusura, la prima razione di aste (151 bln di Bills, e 28 di 2 anni) è passata senza particolari patemi. Dovesse il mercato assorbire il resto nei prossimi giorni senza vacillare troppo, potrebbe forse consolidarsi la possibilità della pausa nella salita dei rendimenti US a cui accennavo ieri, un evenienza che non dispiacerebbe troppo ai risk assets. Il fato del biglietto verde dipende anche dal tono delle minute di domani.

Dal punto di vista tecnico, ulteriori recuperi del Dollaro configurerebbero, sia sul cross €/$, sia sul Dollar index, la possibilità di una figura di inversione di breve (nel primo caso un doppio massimo, nel secondo un doppio minimo. Prima di parlare di target potenziali, aspettiamo il completamento, che implica la rottura di 1.222 per l'€/$.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online