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Domande strane ai colloqui? Le esperte spiegano cosa significano

Tre professioniste di recruiting e risorse umane illustrano il senso dei quesiti bizzarri alle selezioni

Un colloquio di lavoro è sempre un’esperienza imprevedibile. Quando ci sente preparati e sicuri di sé, può sempre capitare una domanda in grado di smascherare i punti deboli. E viceversa, anche un candidato che ha alle sue spalle un percorso professionale modesto può colpire positivamente i selezionatori grazie a doti come l’intraprendenza e l’astuzia. Tutto insomma si decide durante la “interview”: nessun esito è scontato. A patto che però i quesiti posti dagli intervistatori siano pertinenti e adatti alla situazione e al ruolo lavorativo offerto.

Offerte di lavoro, dove cercarle

Purtroppo, non sempre è così. Lo dimostrano anche i lettori di Yahoo! Finanza, che hanno risposto a un sondaggio in cui chiedevamo quale fosse stata, per loro, la domanda più strana sentita ai colloqui. A giudicare dal numero e dalla qualità delle risposte, sono tante le persone a cui sono state poste domande bizzarre. Noi ne abbiamo selezionate alcune e abbiamo chiesto lumi a tre esperte di risorse umane e selezione del personale: Francesca Contardi, amministratore delegato dell’agenzia di recruitment Page Personnel Italia, Valentina Vespertino, consultant Finance & Accounting della divisione Permanent Milano di Page Personnel Italia, ed Elena Fatone, recruitment & development specialist di Lvmh Italia - divisione Sephora.

Così i selezionatori interpretano ciò che viene scritto da chi cerca lavoro

Da loro abbiamo cercato di capire perché vengono fatte queste domande, quanto possono essere considerate “illecite” e quali possono essere, caso per caso, le risposte più adatte. Anche se – precisa Elena Fatone – “l’obiettivo principale di un colloquio di selezione è cercare di capire chi sia il nostro candidato, perché è interessato alla nostra azienda, perché si è candidato per una certa posizione e a cosa ambisce. Quindi, sia nel caso di domande ‘normali’ che di domande ‘strane’, le risposte giuste, al cento per cento non ci sono. Dimostrarsi ‘aperti’ e con la voglia di farsi conoscere è l’aspetto essenziale. E poi, certo, bisogna evitare di rispondere seccamente sì, no e forse senza una spiegazione”.

Ecco cosa pensano le esperte che abbiamo interpellato delle domande più strane ai colloqui segnalate dai lettori di Yahoo! Finanza.

Domanda strana 1: Chi è la persona che stima di più?


Francesca Contardi e Valentina Vespertino: “E’ una domanda che ogni tanto viene posta. Serve a verificare la prontezza di risposta e soprattutto a individuare i possibili modelli di riferimento (per esempio: mio padre, mia madre…) dei candidati. Naturale che se i modelli sono personaggi discutibili ci possiamo fare un’idea su alcuni valori della persona con cui stiamo parlando”.

Elena Fatone: “Posta così, non è una domanda chiara. Diventa interessante se si intende sondare il “modello” a cui un candidato tende”.

Domanda strana 2: Con chi vive?

F. C. e V. V.
: “E’ una domanda non pertinente. Il consiglio è di rispondere cortesemente con un’altra domanda mirata a capire lo scopo dell’intervistatore. Una domanda del tipo ‘scusi, ma perché me lo chiede?’”

E. F. : “Questa domanda dipende molto dalla posizione ricercata. Per esempio se si tratta di uno stage e il candidato proviene da un’altra città, porre questa domanda può essere utile per capire meglio come una persona si organizza, se preferisce dividere casa con altre persone…”

Domanda strana 3: Dove si vede tra 10 anni? O come si vede a 40 anni? (varie formulazioni)

F. C. e V. V. : “Sono domande classiche. Servono a capire se il candidato ha le idee chiare e che tipo di progetti porta avanti. Il consiglio è di dare una risposta coerente con il ruolo offerto. Per esempio, se la posizione prevede continui spostamenti, dire che ci si vede stabile nella propria città non è il massimo. In ogni caso, bisogna sempre ricordare che il selezionatore non vuole ammazzare nessuno, è un intermediario che cerca di capire chi è più adatto a ricoprire un certo”.

E. F. : “Questa domanda, per quanto ormai inflazionata, è sempre utile per capire quanto una persona è ambiziosa, se ha le idee chiare e così via. Per esempio, a me capita spessissimo di incontrare studenti che non hanno le idee chiare neppure sul perché hanno scelto un certo indirizzo universitario, nel futuro si augurano soltanto di avere un lavoro, visti i tempi che corrono! Non è banale. Tuttavia, senza un obiettivo è difficile raggiungere qualsiasi risultato. Questa è una regola che vale per il lavoro ma anche se si vuole crescere scegliendo cosa è meglio per sé”.

Domanda strana 4: Ti ammali spesso?


F. C. e V. V. : “Questa domanda, se fatta così, costituisce una chiara violazione della privacy. Tra l’altro è anche stupida: quale candidato risponderebbe ‘sì, mi ammalo spesso’? Anche in questo caso, se dovesse capitare, meglio dribblarla chiedendo il motivo di una domanda del genere”.

E. F. : “Questa domanda, così posta, non è ben formulata”.

Domanda strana 5: Qual è il suo gruppo sanguigno?


F. C. e V. V. : “Difficile comprendere il senso di una domanda del genere, a meno che si tratti di un colloquio riferito a un ruolo da medico o infermiere”.

E. F. : “Se si ricerca un infermiere forse conoscere il gruppo sanguigno può essere utile. Tuttavia diventa una domanda superflua se si sta selezionando, per esempio, un ruolo di architetto”.

Domanda strana 6: Ha delle malattie croniche?


F. C. e V. V. : “E’ una domanda assurda”.

E. F. : “Vale lo stesso discorso fatto per il caso dell’infermiere. Può avere senso solo in contesti di professioni legate all’ambito medico-sanitario”.



Domanda strana 7: Sei fidanzato/a?


F. C. e V. V. : “E’ una domanda che non dovrebbe essere posta, di certo non in una fase preliminare. Può essere sensata solo se il ruolo offerto prevede un trasferimento impegnativo, che coinvolgerebbe anche la famiglia o gli affetti”.

E. F. : “Chiedere se una persona è fidanzata è una domanda personale e un candidato può non rispondere, declinando sempre cortesemente”.

Domanda strana 8: Qual è il suo sogno?


F. C. e V. V. : “E’ una domanda neutra, molto simile a quella in cui si chiede al candidato come si vede dopo anni. Serve a capire cosa sta cercando il candidato e anche se l’offerta di lavoro rientra nei suoi desideri. In ogni caso, spesso è una domanda interlocutoria per conoscere meglio il candidato”.

E. F. : “Per questa domanda vale lo stesso discorso fatto per la domanda ‘come si vede tra tot anni?’. E’ utile per testare la chiarezza delle idee del candidato”.

Domanda strana 9: Quali sono i suoi pregi e quali sono i suoi difetti?

F. C. e V. V.
: “E’ una domanda comunissima. Ma ha davvero senso solo se l’intervistatore ha delle competenze specifiche, per esempio neurolinguistiche. Ad esempio, se le risposte a questa domanda sono strutturate o meno, il selezionatore esperto può trarre informazioni utili sul modo di ragionare, di valutare la realtà. Per questa domanda non ci sono risposte ‘più indicate’ di altre”.

E. F. : “Un classico intramontabile. Anche questa domanda è utile perché anche chi si prepara può essere ‘smascherato’ se il selezionatore approfondisce ulteriormente con altre domande. Per esempio, se una persona risponde che il suo pregio è la determinazione, si può approfondire chiedendo di definire cosa sia per lui il significato dell’essere determinato”.

Domanda strana 10: Dopo aver ricevuto la nostra mail di invito al colloquio, ne ha parlato con i suoi colleghi?


E. F. : “Questa domanda potrebbe essere posta se si sta cercando una particolare posizione, per cui si ricerca da un bacino molto ristretto”.

Domanda strana 11: Lei ha intenzione di sposarsi ed avere dei figli?


F. C. e V. V.
: “E’ una domanda da non fare e, se fatta a una donna, può essere considerata disciminatoria. E’ fine a se stessa”.

E. F. : “E’ una domanda personale. Meglio evitarla cortesemente”.

Domanda strana 12: Perché hai sposato un italiano?


E. F. : “Questa domanda dipende dal contesto ma non credo aggiunga nulla alla ricerca. E comunque rimane nell’ambito strettamente personale”.

Domanda strana 13: Sua moglie lavora, e dove?

F. C. e V. V.
: “Non è una domanda attinente a un colloquio di lavoro. Anche in questo caso può essere sensata solo se il ruolo prevede un trasferimento”.

E. F. : “Vale quanto detto prima a proposito delle domande personali”.

Domanda strana 14: Prescindendo da qualsiasi riferimento concreto, preferisti essere un vescovo o un generale?

F. C. e V. V. : “Domanda un po’ assurda. Mai sentita prima. Un consiglio per rispondere a una domanda del genere? Spiazzare con una risposta ironica del tipo: ‘Entrambi, i vescovi sono i generali di Dio’. Di solito, domande chiuse come queste sono usate per avere delle risposte precise, secche, su dati specifici. Non vengono usate spesso in domande che non si riferiscono strettamente all’ambito professionale”.

E. F. : “Vale il discorso fatto per ‘come ti vedi tra..?’. Potrebbe servire per capire il livello di astrazione di una persona, la capacità di uscire dagli schemi”.

Domanda strana 15: Se avessi 10 milioni di dollari come li investiresti?

F. C. e V. V. : “E’ una domanda che si può fare. Serve a ottenere informazioni di vario tipo. Per esempio, capire se una persona ha più o meno spirito imprenditoriale (‘creo un’azienda’), ricevere indizi sui valori del candidato (‘li dò alla mia famiglia’, ‘ci compro una casa’). Fa emergere un po’ l’approccio alla vita dei candidati. Non è tuttavia una domanda chiave. Il consiglio è di rispondere liberamente privilegiando risposte che facciano pensare a investimenti oculati e riconoscenza. O comunque evitate risposte come ‘li scialacquo’”.

E. F. : “Questa domanda dipende moltissimo dal contesto, potrebbe essere utile per capire come una persona ragiona e come si organizza, parlando sempre su un piano di astrazione. Togliere le persone dal proprio campo di competenza aiuta a far affiorare i loro processi logici effettivi. Naturalmente, sto semplificando”.

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