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Domani sarà il Trump Day. Make America great again?

Mancano esattamente 24 ore dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Il vulcanico imprenditore newyorchese sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti, andando a sostituire dopo 8 anni il democratico Barack Obama.

Con un Congresso dominato dal GOP Party, Donald Trump “dovrebbe” avere le mani libere per portare avanti le politiche promesse in campagna elettorale. Usiamo il condizionale visto che Trump potrebbe incontrare qualche ostacolo all’interno del suo stesso partito.

I mercati sono, comunque, in trepida attesa di avere delle conferme dopo tutte le affermazioni, tutti i tweet, tutti gli slogan lanciati dal magnate newyorchese.

Tenendo conto solo delle piazze valutarie sarà determinante capire se Trump promuoverà le politiche fiscali ultra-espansive (taglio delle tasse e incentivi fiscali alle imprese) per rilanciare l’economia del paese a stelle e strisce.

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I membri del FOMC, il braccio armato della Federal Reserve, da mesi stanno discutendo delle conseguenze sulle strategie monetarie delle scelte della nuova amministrazione.

Il tema più discusso tra gli addetti ai lavori è quanto restrittiva sarà la FED nel 2017 per bilanciare le politiche di Trump, quanti incrementi dei tassi effettuerà nel 2017. Se fino a qualche mese era difficile prevedere uno scenario con tanti aumenti del costo del denaro da parte del FOMC (3 rialzi), dopo l’8 novembre è diventato lo scenario più probabile.

Crediamo che proprio nella seconda parte dell’anno il ritmo degli aumenti possa aumentare quando i nuovi membri del Board of Governors nominati da Trump (al momento sono due i posti vacanti) incominceranno a fare pressioni sulla Yellen (fine mandato febbraio 2018) di essere più restrittiva per fronteggiare le crescenti pressioni inflazionistiche legate alle nuove politiche dell’amministrazione Trump.

Osservando il Dollar Index, il paniere che misura la forza del biglietto verde contro le principale divise internazionali, dall’8 novembre ha guadagnato 3,5 punti percentuali tornando ben al di sopra dei 100 punti.

Ma sono tanti altri i temi di grande interesse nelle prossime settimane.

Cosa succederà all’Obamacare? Trump ha già promesso aumenti della spesa pubblica al settore della difesa e al comparto energetico (con una forte accelerazione degli investimenti nel settore oil con lo sblocco dei fondi per le grandi opere come il Keystone Pipeline) compensati dalla diminuzione dei contributi per il settore sanitario.

La lotta contro la corruzione a Washington? Contro le lobby? La politica estera? I rapporti con Russia? E quelli con l’Europa? Le decisioni in merito alla border tax (minacciata fino a un 35%) e le conseguenze nei rapporti con il Messico?

Crediamo che Trump sia determinato a portar avanti una politica pro-business a favore delle imprese statunitensi ma che sostenga il mercato domestico. Nella storia economica, tuttavia, le politiche pro-business non hanno avuto effetti duraturi sulla crescita e l’effetto Trump sui mercati potrebbe, quindi, svanire presto.

Autore: IG Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online