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La donna più ricca del mondo

Gina Rinehart è secondo Business Review Weekly la più facoltosa del pianeta. Possiede miniere e miliardi

Il famoso adagio “meglio che lavorare in miniera” può andare bene per i comuni mortali, quando le miniere non sono di proprietà. Ma per Gina Rinehart, 54 anni, proprietaria delle miniere Hancock, i luoghi in cui si estraggono i minerali sono bellissimi. Grazie alle miniere può proclamarsi infatti la donna più ricca del mondo, come afferma lo studio annuale della Business Review Weekly.

Finalmente, Rinehart ha sorpassato la statunitense precisando Christy Walton, dei supermercati Wal-Mart,con un patrimonio di 29,17 miliardi di dollari australiani (22,48 miliardi di euro). Un sorpasso che sconfesserebbe quanto dichiarava Forbes lo scorso marzo, secondo cui la fortuna di Walton, vedova di un figlio del fondatore dei supermercati Wal-Mart valeva 25,3 miliardi di dollari americani, mentre quella di Rinehart 18 miliardi di dollari. Insomma, un duello tra riccone, dove l’ereditiera delle miniere ha, nell’ultimo anno, triplicato gli introiti grazie all'aumento dei prezzi delle materie prime e a due contratti conclusi su carbone e minerali del ferro.

Tuttavia, se siete pronti a invidiare questa donna, sappiate che passa gran parte del suo tempo in trincea, lottando contro rivali, figli, concorrenti e pure il governo. Cominciamo dal sangue del suo sangue: i tre figli Bianca, John e Hope vorrebbero rimuoverla da executor di un fondo che detiene almeno il 25% di Hancock Prospecting, la compagnia fondata dal padre nel 1955. Una lotta per il futuro e per la continuazione della dinastia, che la vede sola con l’altra figlia femmina. Malgrado un tentativo di accordo, ovvero cambiare la data di maturazione del trust, la guerra continua ininterrotta.

Poi c’è la contesa con la famiglia del socio di suo padre, che chiamano in causa accordi e royalties sul deposito di Rhodes Ridge, nei pressi di Newman, che contiene 2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro di alta qualità. Rinehart è ricorsa in appello, ma anche qui la contesa rischia di non essere ancora finita.. Segue poi lo scontro con i proprietari aborigeni, vogliosi di ridiscutere parametri di royalties stabiliti quaranta e passa anni fa, magari con logiche colonialistiche che adesso li penalizzano nell’epoca del boom minerario. C’è poi la campagna che ha personalmente condotto contro le tasse governative sulle miniere. La tassa è stata diluita ma è cresciuto soltanto lo scontento di chi vede nella Rinehart, quell’1%, o anche meno, di ricchi del paese, che stanno cercando di soffocare gli altri, senza pensare al benessere nazionale e che andrebbero tassati  a sangue, fino al 30% l’anno, indipendentemente dal fatto che le loro ricchezze vengano da investimenti. Insomma, essere la donna più ricca del mondo non è una crociera di piacere. Ma, se il boom delle materie prime prosegue, il rischio più grande per la signora è superare i 100 miliardi di dollari, secondo le valutazioni di Andrew Heathcote, responsabile di Brw.