Draghi proroga il blocco dei licenziamenti solo per il tessile. E ferma il cashback dei 5s
Quando il grillino Stefano Patuanelli, collegato in video dal Lussemburgo, prova a rilanciare l’idea di un blocco generalizzato dei licenziamenti è Mario Draghi a ribadire il concetto espresso pochi minuti prima ai ministri del Pd e di Leu. “La logica - dice il premier - deve essere quella dello sblocco, non del blocco”. A palazzo Chigi, dove è riunita la cabina di regia, i 5 stelle incassano il colpo. Negli stessi minuti, dentro al tempio di Adriano che dista duecento metri, Giuseppe Conte è impegnato nell’ennesima puntata della saga contro Beppe Grillo. Eccola l’immagine che certifica l’estraneità dei grillini al governo del Paese: da una parte le baruffe di un Movimento in stato comatoso, dall’altra Draghi che decide, tirandosi dietro il resto della maggioranza. Pochi minuti dopo tocca al cashback, la creatura di Giuseppe Conte e di Rocco Casalino. È sempre il premier a decidere di fermare tutto per sei mesi. Secondo ko.
Quello che è avvenuto a palazzo Chigi in poco più di un’ora è stato molto di più perché anche l’ala sinistra del Governo ha provato a portare Draghi sulla sponda di un blocco dei licenziamenti da allungare fino a fine agosto per tutte le grandi imprese. Ma il Pd e Leu sapevano anche che la richiesta, spinta dalle piazze dei sindacati, implicava già un piano b, concordato con la Lega e che alla fine è diventato lo schema adottato dal premier. Messo a punto da giorni con un lavoro portato avanti dai pontieri. Telefonate e messaggi tra quelli del Pd, dal ministro del Lavoro Andrea Orlando al vicesegretario Peppe Provenzano, ancora l’ex ministro dell’Economia Antonio Misiani, e quelli della Lega, Giancarlo Giorgetti e Claudio Durigon. I 5 stelle non pervenuti. Anche quando la trattativa dentro la maggioranza ha toccato palazzo Chigi e il Tesoro in vista del decreto che sarà approvato t...
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.