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Draghi resta alla finestra. Ecco quando agirà di nuovo la BCE

Come da attese, l'appuntamento di ieri con la BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) si è rivelato in una sorta di non evento, nel senso che i mercati erano già preparati ad un nulla di fatto su tutti i fronti.

Nessuna sorpresa dalla BCE: tassi e QE invariati per ora

E l'Eurotower non ha sorpreso, visto che ha confermato i tassi di interesse sui minimi storici e al contempo non ha apportato alcuna modifica sul piano di quantitative easing che prevede l'acquisto di titoli di Stato per 80 miliardi di euro al mese.
La BCE ha rivisto al rialzo le stime sul PIL e sull'inflazione e nel corso della conferenza stampa il presidente Draghi ha affermato che la crescita è stabile, ma modesta. Inoltre ha aggiunto che il QE proseguirà fino a marzo 2017, spiegando che il piano è flessibile e può essere aggiustato, ma al momento prosegue senza problemi.

Draghi opta per un atteggiamento wait and see

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In linea con le previsioni il numero uno della BCE ha preferito non esporsi troppo, adottando un atteggiamento "wait and see" in attesa di conoscere il risultato relativo al referendum sulla Brexit e e di valutare in maniera completa l'impatto della politica monetaria in atto.
Secondo Anna Maria Grimaldi, economista di Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) , i toni usati da Draghi durante la consueta conferenza stampa sono stati meno accomodanti rispetto al precedente meeting. L'idea è che l'Eurotower si stia concentrando sull'implementazione delle misure già annunciate, attendendo in maniera cauta i nuovi dati macro.

La BCE agirà ancora: ecco come e quando

Quella di ieri è stata quindi una riunione interlocutoria, come evidenziato dagli analisti di ING, secondo cui la BCE in attesa della decisione della Fed sui tassi e del referendum sulla Brexit, ha preferito andare sul sicuro, lasciando tutte le opzioni aperte.
Secondo la casa olandese l'aspetto più interessante è dato dal fatto che le ultime previsioni sull'inflazione sono state condizionate sia dalle misure di politica monetaria esistenti, sia da quelle annunciate e non ancora implementante. A detta degli analisti questo significa che attualmente c'è un'elevata probabilità che la BCE alla fine dovrà agire ancora.

ING non è l'unica a credere nella possibilità di nuovi interventi da parte dell'Eurorower, visto che aspettative simili sono nutrite anche da altre banche d'affari.
E' il caso di JP Morgan che da una parte riconosce che la ieri il Board guidato da Draghi non ha lanciato forti segnali per il futuro, ma dall'altra ritiene che le nuove previsioni diffuse ieri su PIL e inflazione rendono più convincente l'estensione del quantitative easing oltre marzo 2017.
La banca americana crede pertanto che entro settembre la pressione sulla BCE sarà tale da giustificare un'estensione del piano di acquisti di titoli di Stato.

Nuovi interventi sono attesi anche da Morgan Stanley (Xetra: 885836 - notizie) , secondo cui probabilmente l'Eurotower allenterà ulteriormente la sua politica monetaria nella seconda parte dell'anno, considerando il tono accomodante usato ieri e in ragione delle previsioni relative al 2017 e al 2018.

Infine, anche per gli analisti di Bankhaus Lampe il Board guidato da Draghi interverrà nuovamente nella seconda metà dell'anno per dare un sostegno al rialzo dell'inflazione.
Per gli esperti è probabile che a dicembre il tasso di rifianziamento principale sia tagliato di 5 punti base a -0,05%, mentre quello sui depositi nell'ordine di 10 basis points a -0,5%. La previsione è inoltre per un'ulteriore estensione del piano di quantitative easing da marzo prossimo fino alla fine del 2017.

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