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Ecco come Facebook usa i tuoi dati per aumentare il suo valore

Il fondatore dio Facebook, Mark Zuckerberg, parla ad un incontro sulla tecnologia a Parigi, lo scorso maggio (REUTERS/Charles Platiau/File Photo)
Il fondatore dio Facebook, Mark Zuckerberg, parla ad un incontro sulla tecnologia a Parigi, lo scorso maggio (REUTERS/Charles Platiau/File Photo)

L’obiettivo è spingere gli utenti a condividere tutte le informazioni che circolano sulle app anche su Facebook. “Questo può essere un bene per il mondo ma non per noi, a meno che le persone condividano in aggiunta anche su Facebook e questo contenuto incrementi il valore della nostra rete”. Firmato: Mark Zuckerberg.

Le mail del Parlamento inglese

Questo è uno egli stralci delle centinaia di mail che il parlamento del Regno Unito ha sequestrato alla società Six4Three, fornitore statunitense di Facebook. Si tratta di 250 pagine in cui si possono ricostruire le strategie adoperate dal social network per gestire i dati degli utenti, rese pubbliche su Twitter dal deputato inglese Damian Collins, a capo della commissione cultura, media, sport e digitale.

Il vantaggio

Il 19 novembre 2019 Zuckerberg scrive una lunga mail ai manager dell’azienda prima della festa del Ringraziamento sul modello di business dell’azienda. “Ci sto pensando da tempo”, scrive il fondatore di Facebook. L’obiettivo è trarre il massimo vantaggio dallo scambio reciproco dei dati tra il social network e le app usate dagli amici di un utente. “In sintesi, penso che dovremmo procedere con la piena reciprocità e l’accesso ad app amiche senza alcun costo”, scrive Zuckerberg.

La sfida

Per Zuckerbergla sfida è collegare tutte le app insieme”. Anche perché senza reciprocità “nessuno sviluppatore ci darà la maggioranza dei suoi dati”. L’operazione però dovrebbe essere portata avanti a costo zero. Zuckerberg si dice disponibile a rinunciare ai soldi pur di allargare la sua sfera di influenza. È disposto a offrire la condivisione dei dati degli amici che usano la stessa app di un utente. Questa informazione interessa agli sviluppatori perché possono così mettere nel mirino altri potenziali utenti.

Gli accordi

Menlo Park, tra il 2014 e il 2015, ha individuato una serie di app con le quali sottoscrivere accordi per spalancare i dati degli amici di un utente. Dai documenti, secondo quanto scritto da Collins, “non è chiaro come Facebook decida” quali aziende ammettere. I documenti raccolgono una serie di conversazioni tra il social network e altri giganti della tecnologia del calibro di Netflix, Airbnb e Badoo.

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