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Ecco cosa cambia dopo la mossa di Mario Draghi

Mario Draghi ha annunciato il ribasso del tasso principale di rifanziamento che dal 0,05% è passato ora allo 0%. Una mossa storica che ha dirette conseguenze sulla vita dei consumatori. Ecco cosa cambierà per mutui e BTP.

Ecco cosa cambia dopo la mossa di Mario Draghi

 

Mario Draghi ha annunciato il ribasso del tasso principale di rifanziamento che dal 0,05% è passato ora allo 0%. Una mossa storica che ha dirette conseguenze sulla vita dei consumatori. Ecco cosa cambierà per mutui e BTP.

Mutui a tasso variabile. L'impatto su questo tipo di mutui sarà di dimensioni contenute. Infatti su un mutuo a tasso variabile da 100 mila euro, il risparmio sarà di 4 euro al mese sulla rata. Questo ribasso sarà applicato solo a coloro che hanno scelto di ancorare il proprio mutuo al tasso Bce. Tuttavia la decisione di Draghi di abbassare tutti i tassi potrebbe portare conseguenze positive nel medio periodo sull'offerta di nuovi finanziamenti. Infatti potrebbe esserci un'ulteriore discesa dei parametri di indicizzazione e una limatura degli spread. I migliori mutui variabili sono attualmente concessi a chi è in grado di pagare in contanti almeno il 50% del costo della casa, con un tasso iniziale poco al di sopra dell'1%. Per un prestito di 100 mila euro a 20 anni, la rata da pagare è di circa 460 euro al mese. Per importi inferiori invece i tassi salgono, ma non a livelli proibitivi: per un mutuo che copre il 70% del costo dell'immobile, gli interessi applicabili si aggirano infatti intorno all'1,5%.

Obbligazioni. I rendimenti delle obbligazini si abbassano e i prezzi delle stesse salgono. Per chi vuole investire in titoli di Stato lo scenario appare complicato. I tassi dei Btp infatti rimarranno bassi. Per i Btp decennali il probabile calo dello spread con i Bund tedeschi potrebbe scendere dall'attuale 1,45% all'1,25% o all'1,30%, fermandosi a questo livello per qualche tempo. La Bce inoltre potrebbe decidere di acquistare obbligazioni corporate, facendo scendere i rendimenti a favore di prezzi più elevati, soprattutto per i prodotti con rating elevato.

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Banche. La mossa della Bce potrebbe avere effetti positivi sulla Borsa, ma al momento non è dato sapere in che termini. Infatti la Borsa di Milano ha registrato un +4% dopo l'annuncio, ma ha chiuso con un calo dello 0,47%. La ragione sta nel fatto che il provvedimento della Bce non ha potuto molto di fronte al prezzo del petolio in ribasso, al cambio euro-dollaro e ad altri fattori macroeconomici che stanno condizionando gli andamenti. Il settore banche ha registrato un rialzo dell'1,56%, dovuto alle forti pressioni al ribasso dei titoli e perché questi titoli saranno pagati con lo 0,40% per sostenere l'economia. Bisognerà attendere di sapere quanto di tale "margine" garantito dalla Bce verrà destinato agli istituti migliori, per stimolare la concorrenza tra le banche.

Risparmio. I risparmi degli italiani sono stimati in circa 1.500 miliardi di euro. Si tratta di denaro non investito in strumenti finanziari e titoli. Vengono remunerati dai magri rendimenti dei depositi online delle banche. Anche i conti reminerati offrono ancora interessi minimi, al di poco sopra lo zero, per chi rispetta una determinata giacenza. Per questi prodotti è previsto un interesse netto al di sopra del punto percentuale, ma soggetto al 26% di tassazione da parte del Fisco. In più si deve pagare un 2 per mille sull'intera giacenza. La sforbiciata della Bce potrebbe portare a una maggiore riduzione dei tassi d'interesse.