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Economia, anche la Germania arranca

Una fotografia enigmatica di Angela Merkel (foto: Getty Images)
Una fotografia enigmatica di Angela Merkel (foto: Getty Images)

Germania uguale locomotiva dell’economia europea. Questo è ciò che ci siamo abituati a sentire negli ultimi anni, con una grande verità appresso: lo stato federale dominato politicamente da Angela Merkel ha fatto a fettine tutti i concorrenti europei dalla fine del secolo scorso a oggi, con fatturati esagerati, segni positivi, occupazione e consumi alle stelle.

Tuttavia, come si dice nei paesini, non è sempre domenica. E infatti nel 2018 la Germania ha avuto il più basso tasso di crescita degli ultimi cinque anni. A dirlo è l’ufficio federale di statistica della Germania, con un dato che ha messo un po’ di ansia al governo Merkel: crescita dell’1,5% cento, a fronte del 2,2% messo a segno nel 2017. Non solo: il dato è in ribasso rispetto alla stima già diminuita per quest’annata. Con un meno 0,3% che significa solo una cosa: la Germania non ha spinto sull’acceleratore, anzi.

Comunque sia, è presto per parlare di recessione, ma sul dato 2018 almeno sono già state trovate delle cause concrete. A pesare molto è stato, ad esempio, il calo della produzione nel settore automobilistico, con il Dieselgate che ha costretto Volkswagen a mettersi in un angolino ad aspettare la fine della tempesta e con un forte abbassamento delle vendite in Asia (20-40% in meno) da parte di Audi, Mercedes, BMW e della stessa Volkswagen. Poi c’è stato un calo nelle esportazioni negli ultimi mesi del 2018, portando nel complesso a una situazione di stallo, quasi di stagnazione, con un surplus commerciale che ha perso 3,3 miliardi di euro anno su anno.

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Inoltre, sono calate le entrate del fisco tedesco (per motivi da accertare) e il bilancio pubblico ha avuto un passivo, elemento che non ha giocato a favore dei tedeschi sui mercati.

Ebbene, dopo nove anni di forte crescita la Germania ha davvero tirato il freno a mano. L’unico dato che sembra crescere è quello del PIL, ma in modo veramente molto leggero. Il paese è sull’orlo di una mini-recessione, seppur tra gli industriali ci sia comunque ottimismo. La politica è un’incognita ancora più grande, con il governo Merkel più complicato della sua storia personale – vista la presenza ormai visibile di opposizioni anche estreme come quella che sta attuando Afd.

La risposta a tutto questo? Secondo lo Spiegel ci sarebbe un piano d’emergenza, con il ministro socialdemocratico alle Finanze e vice cancelliere Olaf Scholz pronto a investire soldi pubblici nelle infrastrutture del Paese. Sono già stati approvati degli sgravi fiscali per i cittadini e per le imprese (per verificare anche se il minor gettito è dovuto a evasione), e altre misure occupazionali (legate a opere pubbliche, appunto) che in paesi come Italia e Grecia sarebbero state probabilmente criticate. Dalla parte della Germania va detto, però, che il potenziale per ritornare a essere locomotiva c’è, mentre i due paesi appena citati rimangono ancorati ad anni di stagnazione o recessione.

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