Edison inaugura centrale idrica in Piemonte finanziata in parte dai cittadini
QUASSOLO (TO) (Reuters) - Poco meno di un centinaio di abitanti di sei comuni della provincia di Torino - Quassolo, Borgofranco di Ivrea, Quincinetto, Tavagnasco, Montalto Dora e Settimo Vittone - possono vantare di essere "virtualmente" proprietari di un pezzetto della centrale idroelettrica che oggi Edison ha inaugurato a Quassolo, situata lungo la sponda sinistra del fiume Dora Baltea.
Un impianto da una potenza installata di 2.700 kW che soddisferà il fabbisogno energetico di 3.000 famiglie, evitando l’emissione di circa 3.300 tonnellate di CO2 all’anno.
Tutto questo è stato possibile grazie a una campagna di "crowdfunding" lanciata dal gruppo energetico controllato dal colosso francese Edf nel 2022 e che ha portato in 20 giorni a chiudere la raccolta di 300.000 euro che ha in parte concorso a finanziare l'investimento complessivo di 12 milioni di euro. Centodieci sono stati i sottoscrittori e due terzi del totale (87) sono residenti dei sei comuni coinvolti, oltre ai clienti di Edison Energia di tutta Italia.
Ai partecipanti all'iniziativa viene corrisposto un interesse fisso annuo lordo (pari al 6% per i cittadini dei sei comuni e al 5% per i clienti Edison) sulle somme investite (taglio minimo 250 euro, massimo 3.000 euro), su base semestrale a partire da aprile 2022 e fino ad aprile 2025.
"Siamo stati tra i primi con iniziative di crowdfunding. Abbiamo iniziato quattro anni fa col primo progetto dello stesso tipo di mini-idro che abbiamo fatto ed è risultata una cosa molto partecipata, come creare un legame fisico anche se il contributo che abbiamo chiesto è ovviamente limitato e non necessario per finanziare l'iniziativa. Ma è proprio un modo di creare un legame con la popolazione", commenta l'AD, Nicola Monti.
Grazie alla sottoscrizione, il cittadino del territorio "vede maturare la propria rendita fisicamente, in parallelo alla costruzione dell'impianto. È un modo di coinvolgere la popolazione", sottolinea il manager.
In altri termini è come se il cittadino fosse proprietario di una parte della centrale che produce energia elettrica che poi utilizza per i bisogni quotidiani. "Non c'è un atto notarile di acquisto di partecipazione, ma virtualmente questo è il significato. Siccome questo è un impianto che rimane sul territorio, vogliamo che i cittadini siano anche loro partecipi delle iniziative", aggiunge ancora Monti.
Un modo concreto, dunque, per coinvolgere le popolazioni locali sui progetti energetici e superare il cosiddetto effetto "nimby" (Not In My Back Yard, "Non nel mio cortile") che spesso blocca investimenti che possono avere un impatto rilevante sul territorio, come spesso accade nel nostro Paese.
Edison intende proseguire con il "crowdfunding" anche per realizzare investimenti maggiori, "con forme piu' partecipative non solo virtuali ma anche effettive. Questo è un po' l'embrione della partecipazione pubblica agli investimenti che è uno dei modi appunto per migliorare quello che è la percezione che tutti i cittadini hanno delle opere che vanno a inserire sul territorio, siano queste opere energetiche o di altro tipo", ha proseguito il manager.
Dal 2016 Edison ha investito per lo sviluppo delle centrale mini-idro oltre 200 milioni di euro fra acquisizioni e costruzione di nuove centrali. Complessivamente il gruppo possiede 120 centrali idroelettriche di cui 80 mini-idro per un totale di 1 Gigawat di potenza installata.
(Giancarlo Navach, editing Claudia Cristoferi)