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Editoria Italia, -25% posti di lavoro in 2011-2015, nodo produttività

MILANO (Reuters) - Dal 2011 al 2015 gli occupati nel settore dell'editoria sono diminuiti di circa un quarto, da 17.645 dipendenti a 13.090 (oltre 4.500 posti di lavoro in meno, -24,8%). La contrazione è più contenuta guardando al solo 2015 (-2,6%).

E' uno dei punti sottolineati dal focus sull'editoria italiana presentato oggi da R&S di Mediobanca, che si concentra sui dati dei nove maggiori gruppi editoriali italiani.

Le contrazioni più consistenti sono quelle di Rcs (-32%, pari a 2.200 unità di cui oltre 600 fuoriuscite in Francia con la cessione del Gruppo Flammarion), del Sole24Ore (-36,9%, ossia 726 posti di cui 436 relativi al ramo software ceduto nel maggio 2014) e di Class (-36,6%, 170 unità). Le riduzioni della forza lavoro in tutti gli altri gruppi si attestano fra il -15,9% della Mondadori e il -23,5% della Caltagirone.

I dati si fermano al 2015. Da ricordare il processo di consolidamento iniziato nel 2016 con l'operazione Espresso-Itedi e Cairo Communication-Rcs.

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La caduta della forza lavoro ha coinvolto in misura più intensa gli operai (-36,3%) e i 'white collar' (-30,3%) che non i giornalisti (-11,5%), il cui peso è aumentato dal 31,5% del totale occupati del 2011 al 38,3% del 2015.

Ridimensionamento, ricambio e provvedimenti contrattuali (cassa integrazione e solidarietà) non hanno però sostanzialmente inciso in pari misura sul costo del lavoro, rimasto pressoché invariato nel quinquennio (84mila euro medi del 2011, 82mila del 2015), sottolinea R&S.

Ne ha risentito il Clup (costo del lavoro per unità di prodotto) cresciuto dall'83,2% al 93,2%: significa che la produttività e la ricchezza creata sono appena sufficienti a coprire gli stipendi di giornalisti, poligrafici e impiegati.

Cairo Editore, Itedi e Espresso si confermano primi per produttività, la maglia nera va a Class nonostante abbia il costo del lavoro unitario più basso. Penultima in classifica IlSole24Ore.