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Bonaccini esulta e attacca Salvini: "Citofona a casa tua"

È uno Stefano Bonaccini raggiante quello che si è presentato in conferenza stampa a Collecchio di Reno, in provincia di Bologna, dopo la chiusura degli scrutini delle 4.520 sezioni che hanno decretato la vittoria alle regionali in Emilia Romagna. Il governatore uscente, col 51,42% delle preferenze, si è confermato presidente della Regione battendo con 8 punti percentuali di vantaggio la sfidante Lucia Borgonzoni (43,63%).

"Questa è la vittoria dell'Emilia-Romagna: io continuo a dire di aver fatto bene a voler ostinatamente parlare di Emilia-Romagna, mentre altri parlavano di tutt'altro" le prime parole del governatore emiliano che, nel corso della conferenza, non ha risparmiato le stoccate al leader della Lega Matteo Salvini.

Bonaccini, infatti, non ha sorvolato sul tanto discusso caso del citofono avvenuto al Pilastro, a Bologna, negli scorsi giorni: "Questa regione ha dimostrato che se vuoi suonare i campanelli non vieni qui, li suoni a casa tua. Lo dico con tutto il rispetto. Salvini ha giocato a Salvini contro Bonaccini. A me quella sfida non interessava, ma Salvini ha perso e io ho vinto".

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"Abbiamo dimostrato che non è vero che Salvini non lo si può battere e che l'Emilia-Romagna sia un punto di ripartenza è anche bello, dal punto di vista simbolico" ha aggiunto.

Ha poi svelato: "Ho sentito Mattia Santori poco fa, non l'avevo mai sentito nemmeno al telefono. L'ho voluto ringraziare, per la straordinaria mobilitazione che le Sardine hanno saputo mettere in campo".

"È un risultato bellissimo, perché è strapieno, mostra un numero rilevantissimo: sopra il 50% non ci credeva nessuno. Abbiamo smentito le cassandre che indicavano che sarebbe stata la debacle del Pd" ha proseguito.

Bonaccini ha poi ricordato che "dopo solo 8 mesi il centrosinistra ha recuperato oltre 10 punti" e il "Pd è tornato primo partito, nonostante la Lega abbia giocato il carico da novanta".

"Serve una classe dirigente che quando entra in un bar o un supermercato, sappia rispondere a chi ha davanti. Serve ricostruire un partito più largo e robusto" ha aggiunto il governatore.

Poi, sull’ipotesi di cambio nome del Partito Democratico, ha dichiarato: "Non so, so che serve una ripartenza nuova, un'identità precisa. Se oggi abbiniamo il nome del Pd, facciamo fatica a trovare le parole che lo connotino. Vedremo, discuteremo: quando capirò cosa si vuol fare, dirò la mia e darò il mio contributo. Serve qualcosa di nuovo che parta".

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Un messaggio poi anche al M5s: "Il Movimento 5 Stelle ha perso un'occasione. L'errore più grande è aver voluto provare un'alleanza in Umbria, in quelle condizioni drammatiche, e non farla laddove dove si poteva vincere insieme senza nemmeno sedersi a discutere di programmi: io gliel'ho detto che perdevano un'occasione".