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Elezioni, previsto un rinnovo di cariche nelle aziende pubbliche

Finmeccanica, cambio al vertice: Pansa ad, Orsi sarà rimosso

Elezioni, andiamo, è tempo di migrare. A pochissimi giorni dalle votazioni che determineranno il futuro premier e la coalizione che governerà questo Paese, tra i vari cambiamenti che saranno messi in atto ci sarà soprattutto il rinnovo di molte cariche importanti.

In particolare, molte poltrone d'oro, appartenenti a manager di aziende pubbliche e società dello Stato potrebbero cambiare "colore" in seguito all'esito elettorale. Si parla di almeno 15 posizioni di rilievo che, con una vittoria del centro sinistra al governo, potrebbero vedere un ricambio, andando a sostituire numerosi capiazienda che si sono radicati nell'era berlusconiana, quando Giulio Tremonti, ministro del Tesoro, vestiva i panni dell'azionista di maggioranza.

Tra queste, spiccano Eni, Enel, Terna e Poste Italiane, i cui consigli di amministrazione scadranno tra aprile e maggio 2014 e saranno quindi pronte per il rinnovo delle cariche.
All'Eni, in particolare, si parla da tempo di un uomo del governo, Antonio Catricalà, pronto a sedersi sulla poltrona che attualmente appartiene a Giuseppe Recchi.

Nel gruppo Eni, un'altra posizione a rischio potrebbe essere quella dell'AD Paolo Scaroni, recentemente indagato per corruzione internazionale nello scandalo Saipem, sebbene si sia più volte dichiarato "totalmente estraneo" ai fatti.

Altre sostituzioni importanti riguardano Enel, dove al momento siede Fulvio Conti, e Terna, presieduta dal 2005 da Flavio Cattaneo, inserito da Silvio Berlusconi dopo due anni in Rai. Aria di cambiamento anche in Poste: qui Massimo Scarni è presidente dal lontano 2002, quando sostituì il ministro Corrado Passera.

Ci sono poi sostituzioni "obbligatorie", arrivate prima del previsto: si tratta di Finmeccanica, industria italiana che opera nel campo dell'aeronautica e della difesa. I recenti scandali sulle maxi tangenti con il governo indiano hanno portato poche settimane fa all'arresto dell'amministratore delegato Giuseppe Orsi. La gestione al momento è stata affidata al direttore generale Alessandro Pansa, ma i posti vuoti ai vertici sono molti, tra cui proprio quello della guida centrale, che sarà nominata dal prossimo governo in carica.

Su Finmeccanica, la rosa di nomi è ampia: si parla di Giampaolo Di Paola, attualmente ministro della Difesa nel governo Monti. In questo caso, però, sarebbe necessaria una deroga, con decreto del presidente della Repubblica, alla norma che vieta ai ministri per un anno di andare al vertice di società pubbliche.
Altro candidato papabile è Giuseppe Zampini, attualmente AD del gruppo Ansaldo Energie. Il segreto verrà sciolto solo dopo il 15 aprile, quando il cda di Finmeccanica si riunirà per la nomina delle nuove cariche. A meno che, da oggi fino al 15 aprile, non ci sarà un'ulteriore dimissione. Al momento, infatti, neanche la figura di Pansa è molto stabile, coinvolto anch'egli nell'inchiesta giudiziaria in merito ad un "aiuto per rinsanare i debiti" chiesto a Mediobanca per dare una mano alla moglie di Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro e oggi ministro dell'Economia. Se si dimettesse un altro consigliere, secondo lo statuto decadrebbe tutto il cda di Finmeccanica, che andrebbe quindi nominato ex novo.

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