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Emanuele Filiberto si scusa per le leggi razziali: "Una vergogna"

(AP Photo/Antonio Calanni, File)
(AP Photo/Antonio Calanni, File)

"Condanno le leggi razziali del 1938, di cui ancor oggi sento tutto il peso sulle mie spalle e con me tutta la Real Casa di Savoia e dichiaro solennemente che non ci riconosciamo in ciò che fece Re Vittorio Emanuele III: una firma sofferta, dalla quale ci dissociamo fermamente, un documento inaccettabile, un'ombra indelebile per la mia famiglia, una ferita ancora aperta per l'Italia intera". Lo scrive Emanuele Filiberto di Savoia in una lettera inviata "ai Fratelli della Comunità Ebraica Italiana", per poi ribadirlo in tv, in un’intervista al Tg5.

"Condanno le leggi razziali - continua l’erede di Casa Savoia - nel ricordo del mio glorioso avo Re Carlo Alberto che il 29 marzo 1848 fu tra i primi Sovrani d'Europa a dare agli italiani ebrei la piena uguaglianza di diritti. Condanno le leggi razziali nel ricordo dei numerosi italiani ebrei che lottarono con grandissimo coraggio sui campi di battaglia dell'Ottocento e del primo Novecento da veri Patrioti. Condanno la firma delle leggi razziali nel ricordo della visita alla nuova Sinagoga di Roma che proprio mio bisnonno Vittorio Emanuele III fece nel 1904, dopo che il 13 gennaio dello stesso anno si disse addirittura favorevole alla nascita dello stato ebraico e così si espresse: 'gli ebrei, per noi, sono italiani, in tutto e per tutto'".

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