Enel alla Lega: "A noi nessun extra profitto. Nucleare? Non ha senso"
Ci sono due risposte che l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, consegna in un’intervista alla Repubblica e incrociano tematiche sollevate dalla Lega di Matteo Salvini.
In primo luogo, l’ipotesi avanzata dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti di un contributo alla fiscalità generale da parte degli operatori che hanno ottenuto extra-profitti dai rincari del prezzo dell’energia per finanziare interventi a favore delle categorie più svantaggiate. Starace replica: ”
“Noi non abbiamo fatto extraprofitti. Noi produciamo il 18% dell’energia prodotta in Italia e la vendiamo direttamente ai nostri clienti, al mercato libero a prezzi fissati due o tre anni prima, come facciamo d’altronde in Spagna e in tutto il resto dei mercati in cui siamo presenti. Quindi anche ora, avendo già venduto la nostra energia, non abbiamo avuto extraprofitti e i nostri clienti, che hanno avuto i prezzi fissati tempo fa, sono al riparo da questa volatilità del gas. Non siamo tra quelli che hanno beneficiato della lotteria del gas”.
In secondo luogo, la Lega spinge per un ritorno dell’Italia al nucleare, nel contesto di un dibattito europeo sull’inclusione di questa fonte energetica fra quelle considerate green. Starace replica:
“Chi ha le centrali nucleari, come la Francia, le gestisca bene e le faccia andare finché ce le ha. Per chi invece non le ha, non ha senso costruirne di nuove con la tecnologia esistente. Per il nucleare di nuova generazione, su cui è bene lavorare studiando le tecnologie più promettenti, si parla di tempi tra il 2035 e il 2040”.
L’a.d. di Enel fa notare l’esperienza diretta della sua azienda in campo nucleare. In Spagna “abbiamo sei centrali nucleari di seconda generazione avanzata, per un totale di 3.300 Mw, con una scadenza che il governo spagnolo ha fissato dal 2027 al 2035”. In Slovacchia “siamo azionisti di Slovenske Elektrarne che ha iniziato a costruire due nuove unità nel 2008: dovevano essere finite nel 2012 e lo saranno nel 2022, dovevano costare 3,3 miliardi e ne costeranno 6,2. Ed è un caso virtuoso”.
Riguardo all’obiettivo di portare Enel a emissioni zero non più nel 2050, ma nel 2040, il manager spiega:
“La data del 2040 l’abbiamo fissata a ragion veduta dal punto di vista economico e con una convenienza doppia: in primo luogo si abbattono i costi della produzione di energia spostandosi sulle rinnovabili; poi si elimina la dipendenza dalle fonti fossili, che come stiamo vedendo anche in questi mesi hanno prezzi molto volatili. Inoltre, smetteremo di emettere CO2 , cosa che fa bene a tutti, visto che ci siamo impegnati a essere a emissioni zero e non a emissioni nette zero”.
Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.