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ENI: il newsflow negativo non scalfisce l'ottimismo dei broker

Il buon rialzo messo a segno dal petrolio che si riporta sopra quota 45 dollari e l'andamento positivo di Piazza Affari non sono riusciti a scaldare più di tanto ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) che nel pomeriggio ha frenato il passo, riportandosi a ridosso dei minimi intraday. Il titolo, dopo aver archiviato la sessione di ieri con un ribasso di quasi due punti percentuali, quest'oggi ha provato a riscattarsi, arrivando a segnare un massimo intraday a 12,78 euro, con un vantaggio di circa due punti e mezzo percentuali. Da questo livello si è avuto un ritracciamento che ha portato ENI a chiudere gli scambi a 12,51 euro, con un rialzo dello 0,32% e oltre 18 milioni di azioni scambiate, al di sopra della media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 16 milioni di pezzi.

Rinviata al 2017 la vendita del business retail gas Italia

Stando a quanto riportato da Reuters, la dismissione del business retail gas Italia di ENI, valorizzato fino a 3 miliardi di euro, sarebbe stata rinviata al 2017 per via dell'incertezza politica legata all'attesa del risultato del referendum costituzionale.

Il gruppo mirava ad avviare il processo di vendita alla fine del 2016, ma ha rinviato il tutto al 2017, nella speranza che il Governo Renzi prosegua dopo il voto. A detta di Reuters infatti la sconfitta al referendum della proposta del Governo porterebbe alle dimissioni del premier e al cambio di management di ENI.

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La view di Equita SIM

Gli analisti di Equita SIM ricordano che il piano industriale 2016-2019 del colosso petrolifero prevede dismissioni per 7 miliardi di euro che però non include il business retail gas.
La SIM milanese ritiene che il catalizzatore della dismissione nel 2016 non fosse scontato dal titolo, in quanto anche in occasione della presentazione dei risultati del secondo trimestre, non era stata minimamente contemplata da ENI e lo stesso AD Descalzi aveva affermato che non vi era alcun bisogno di vendere il settore retail gas.

La Nigeria fa causa ad alcune major petrolifere tra cui ENI

Intanto si è appreso che la Nigeria ha fatto causa ad alcune major petrolifere quali Chevron (Euronext: CHTEX.NX - notizie) , Shell (Londra: RDSB.L - notizie) , Total (Londra: 524773.L - notizie) , Eni e Petrobras, con l’accusa di aver esportato illegalmente 57 milioni di barili di greggio all’insaputa delle autorità nel periodo tra il 2011 e il 2014.
Secondo ENI, che considera le accuse prive di fondamento, l’azione legale risale allo scorso marzo e si riferisce alla richiesta di un pagamento di circa 160 milioni di dollari alla sussidiaria Nigeria Agip Oil Company.

Stando a quanto riportato dalla testata domestica "Guardian di Lagos", ad Agip potrebbero essere contestati oltre 300 milioni di dollari che potrebbero includere anche gli interessi al 21% annuo.

Impatto contenuto sul titolo: Equita resa buy

Per gli analisti di Equita SIM la notizia sulla Nigeria non ha impatti rilevanti sul titolo ENI per la dimensione della causa.
Anche per questo motivo la SIM milanese non cambia la sua view positiva sul titolo che resta da acquistare con un prezzo obiettivo a 15,5 euro.

La strategia di Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) e di Citigroup (NYSE: C - notizie)

A puntare su ENI (Euronext: ENI.NX - notizie) è anche Mediobanca Securities secondo cui il titolo è destinato a sovraperformare il mercato, con un target price a 18,5 euro. Gli analisti si focalizzano sul dividendo del gruppo che sui livelli correnti è considerato sostenibile con un prezzo del petrolio a 50 dollari al barile. Per Mediobanca il programma di dismissioni dovrebbe consentire ad ENI di coprire la cedola anche con un greggio fino a 40 dollari al barile almeno fino al 2018.

Infine, a scommettere sul titolo è anche Citigroup che oggi ha rinnovato l'invito all'acquisto con un fair value a 17 euro. Dopo un incontro con il CFO Mondazzi, la banca americana segnala che ENI è la società meglio posizionata nel settore di riferimento per operare e competere in un contesto che resta caratterizzato da bassi prezzi del petrolio.
A rendere ENI diversa dagli altri è la sua abilità nel fare buone scelte sul capitale in uno scenario macro incerto.

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