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Eni supera le attese a livello operativo, nessuna sorpresa dal dividendo

I conti di Eni (NYSE: E - notizie) superano le attese a livello operativo, nessuna sorpresa dal dividendo. Il colosso oil ha chiuso il 2012 con un utile netto pari a 7,79 miliardi di euro, in aumento del 13,5% rispetto ai 6,86 miliardi registrati nel 2011. L'utile operativo adjusted è cresciuto del 14,6% a 19,75 miliardi, escluso il contributo di Snam (Milano: SRG.MI - notizie) del +20,2%.

Solo nel quarto trimestre 2012 l’utile netto di Eni è salito a 1,46 miliardi di euro dagli 1,28 miliardi registrati nello stesso periodo del 2011. Crescita due cifre per l’utile operativo adjusted delle continuing operations: +17% a 4,96 miliardi. Il consenso degli analisti si attendeva un ebit intorno a 4,44 miliardi di euro e un utile netto intorno a 1,51 miliardi.

Il cash flow a fine anno è ammontato a 12,42 miliardi. La struttura patrimoniale di Eni si è modificata in misura sostanziale rispetto al 2011 per effetto della cessione di una quota di Snam con perdita del controllo e del conseguente deconsolidamento del debito finanziario di 12,45 miliardi di Snam.

A fronte di un leverage a fine esercizio pari a 0,25, l'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre è sceso a 15,45 miliardi, perfettamente in linea con le attese del consenso (15,4 miliardi), con una diminuzione di 12,59 miliardi rispetto al 2011 per effetto oltre che della transazione Snam, del flusso di cassa netto da attività operativa delle continuing operations di 12,42 miliardi, del flusso delle altre operazioni di dismissione pari a 2,5 miliardi (quote in Galp per 0,96 miliardi e asset marginali nel settore Exploration & Production), e del flusso di cassa del capitale proprio relativo alla cessione di una quota minoritaria del 5% in Snam ante perdita del controllo (0,61 miliardi).

Questi flussi positivi sono stati parzialmente assorbiti dalle esigenze di cassa per gli investimenti (13,33 miliardi) e per il pagamento dei dividendi agli azionisti di Eni (Milano: ENI.MI - notizie) (3,84 miliardi) e alle minoranze (0,54 miliardi). Rispetto al 30 settembre 2012 l'indebitamento finanziario netto è diminuito di 4,17 miliardi a fronte di investimenti nell'anno pari a 3,89 miliardi, oltre a 0,57 miliardi di investimenti finanziari.

Il cda intende proporre all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 1,08 per azione (yield del 5,7%), in crescita dagli 1,04 euro del 2011, di cui 0,54 distribuiti nel settembre 2012 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,54 per azione sarà messo in pagamento a partire dal 23 maggio.

Per quanto riguarda il settore Gas & Power, le vendite di gas nell'intero esercizio sono scese a 95,32 miliardi di metri cubi (-1,5% anno su anno). In Italia la perdita di volumi della prima parte dell'anno è stata assorbita dalla crescita conseguita nel quarto trimestre. All'estero la flessione (-2,5%) è attribuibile alle minori vendite agli importatori in Italia (-15,7%) e al calo registrato nei principali mercati europei (Benelux e Penisola Iberica).

In aumento, invece, le vendite nei mercati extra europei (+0,55 miliardi di metri cubi) sostenute dal positivo andamento dell'attività di commercializzazione di Gnl nel Far East (Kuala Lumpur: 5029.KL - notizie) , in particolare in Giappone. Mentre nel settore Refining & Marketing, il margine di raffinazione, seppur in un quadro di estrema volatilità, è risultato complessivamente in ripresa rispetto al 2011 (Trc Brent a 4,83 dollari al barile, +2,77 dollari al barile), pur rimanendo su livelli non remunerativi, mentre il differenziale tra greggi leggeri e pesanti ha subito un forte restringimento.

Solo nel quarto trimestre la produzione di idrocarburi reported è stata di 1,747 milioni di boe/giorno (1,701 milioni di boe/giorno nel 2012), registrando su base omogenea una crescita del 3,6% nel trimestre e del 7% su base annua. Il consenso degli analisti si aspettava 1,735 milioni di boe al giorno. Le (Parigi: FR0000072399 - notizie) vendite di gas Eni di 25,08 miliardi di metri cubi sono diminuite dell'1,5% rispetto al quarto trimestre 2011, invece sono più che raddoppiati i ritiri degli importatori in Italia (+0,45 miliardi di metri cubi) a seguito della ripresa delle forniture libiche.

Il margine di raffinazione nell'area del Mediterraneo ha confermato la volatilità evidenziata nei precedenti trimestri (Trc Brent a 2,54 dollari al barile in linea rispetto al periodo di confronto) rimanendo su livelli non remunerativi come conseguenza della perdurante debolezza della domanda a fronte di uno strutturale eccesso di capacità.

Infine le vendite di prodotti petroliferi sul mercato rete Italia di 1,8 milioni di tonnellate (7,83 milioni di tonnellate su base annua) hanno registrato una flessione del 12,2% per effetto della contrazione dei consumi e della crescente pressione competitiva i cui effetti sono stati compensati dal contributo delle iniziative commerciali che hanno consentito di incrementare la quota di mercato media annua di 0,7 punti percentuali rispetto al 2011 (da 30,5% nel 2011 a 31,2% nel 2012). I risultati del quarto trimestre e dell'intero esercizio hanno beneficiato dell'apprezzamento del dollaro rispetto all'euro (+3,8% nel trimestre; +7,7% nell'anno).

"Il 2012 è stato un anno record per la nostra esplorazione con risorse scoperte pari a circa 6 volte la produzione annua grazie ai risultati eccezionali raggiunti in Mozambico e ai successi ottenuti nell'Africa Occidentale, nel Mare di Barents e in Indonesia", ha ricordato Paolo Scaroni, ad di Eni. "Abbiamo fatto progressi anche nei progetti di sviluppo, incrementando le nostre riserve e portandole sui migliori livelli di sempre", ha aggiunto. "La nostra divisione Exploration & Production, grazie alla crescita della produzione, ha conseguito utili operativi eccellenti".

Mentre in Gas & Power e Refining & Marketing il gruppo, a detta sempre dell’ad, ha ottenuto significativi recuperi di efficienza “che ci hanno permesso di assorbire buona parte degli effetti di uno scenario europeo ancora difficile. Eni, con una struttura patrimoniale rafforzata anche dalle dismissioni di Snam e Galp, conseguirà nell'upstream tassi di crescita al top dell'industria", ha promesso il top manager.

Tuttavia l’outlook 2013 è caratterizzato dalle incertezze che gravano sulla ripresa economica mondiale in particolare nell'eurozona e che frenano le decisioni d'investimento e di spesa d'imprese e famiglie. Il prezzo del petrolio è sostenuto dai rischi geopolitici in un quadro di migliore bilanciamento tra domanda e offerta mondiale. In questo contesto il management di Eni, che ha assunto un prezzo medio annuo del marker Brent di 90 dollari al barile, prevede il perdurare di condizioni negative nei settori europei del gas, della raffinazione e marketing di carburanti e della chimica.

Nel dettaglio, prevede una crescita, rispetto al 2012, della produzione di idrocarburi. Le vendite di gas sono attese sostanzialmente in linea con il 2012 escludendo l'impatto dell'uscita da Galp. Il management intende comunque mantenere la quota di mercato facendo leva sul miglioramento dei costi di approvvigionamento e logistica e azioni commerciali, pricing mirato e crescita nei segmenti più remunerativi. Proseguirà poi l'espansione internazionale nel Gnl verso i mercati a premio del Far East.

Le vendite di prodotti petroliferi rete in Italia e resto d'Europa sono previste in linea rispetto al 2012 (10,87 milioni di tonnellate il dato consuntivo 2012). Per quanto riguarda il comparto ingegneria&costruzioni il gruppo si aspetta un significativo ridimensionamento delle prospettive reddituali a causa della conclusione di progetti a elevata redditività, del rallentamento nell'acquisizione degli ordini e dell'avvio di commesse a minori margini nei business Engineering & Construction Onshore e Offshore. Per quest’anno sono stati stimati investimenti in linea rispetto al 2012 (12,76 miliardi l'ammontare degli investimenti tecnici e 0,57 miliardi quello di investimenti finanziari del consuntivo 2012 esclusi gli investimenti di Snam).

I principali temi del 2013 riguarderanno lo sviluppo delle riserve di idrocarburi in Africa Occidentale, Africa Settentrionale, Norvegia, Iraq e Venezuela, i progetti esplorativi in Africa Occidentale, Egitto, Stati Uniti e temi emergenti/nuove aree, e iniziative negli altri settori di ottimizzazione e crescita selettiva con l'avvio dei lavori Green Refinery presso Venezia e i progetti elastomeri e bio-plastiche nella chimica. Infine il leverage, assumendo un prezzo del Brent medio annuo di 90 dollari al barile, è previsto attestarsi a fine anno sostanzialmente sugli stessi livelli di fine 2012 per effetto della gestione industriale e di portafoglio.

A Piazza affari il titolo Eni avanza del 2,54% a 17,76 euro. "I dati del quarto trimestre sono sopra le attese a livello operativo", commentano gli analisti di Intermonte. "Nessuna sorpresa dal dividendo. Buono il tasso di rimpiazzo delle riserve tenuto conto delle nuove scoperte in Mozambico. Ci attendiamo una buona reazione del titolo su cui abbiamo un giudizio neutral".

Anche gli analisti di Kepler (hold e target price a 17,50 euro) non sono rimasti sorpresi né dal dividendo né dal debito in linea con le loro attese, hanno però apprezzato la produzione E&P, migliore delle loro stime, e l'utile operativo positivo del settore Gas & Power. " In termini di dividendo giudichiamo deludente 1,08 euro per azione annunciato", contestano invece gli analisti di Banca akros (buy e target price a 21,5 euro). "Più in dettaglio , ci aspettavamo un aumento del la base dei dividendi , ma non escludiamo che questo possa essere annunciato nel prossimo business plan che verrà presentato il 14 marzo".

Annulla m Per gli analisti di Banca Imi la divisione E&P è andata bene, grazie alla produzione di idrocarburi più alta e al maggior prezzo di petrolio e gas, che hanno beneficiato di un cambio più favorevole. Il debito netto è stato in linea con le stime, così come l'utile. La banca d'affari ha quindi confermato stamani il rating add e il target price a 19,40 euro su Eni. Alpha
Nel complessivo, dunque, conti positivi. "Buoni i risultati dell'E&P e della Gas & Power per la prima volta in utile dopo i due trimestri in forte perdita a compensazione dei risultati ancora negativi in R&M e Petrochemical", analizzano anche gli esperti di Equita (hold e target price a 20,5 euro). "Buono il livello complessivo delle riserve a 7,17 bboe in linea con i 7,2 da noi attesi".