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Eni, torna in utile in trim4 grazie a ripresa E&P, cedola confermata a 0,80 euro

MILANO (Reuters) - Eni torna al profitto nel quarto trimestre 2016, dopo cinque trimestri in rosso, grazie alla ripresa del settore E&P e alle azioni di efficienza e ottimizzazione, registrando un utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) di 0,46 miliardi di euro. Per l'intero anno l'utile operativo adjusted è pari a 2,32 miliardi, in flessione del 48% per effetto principalmente dello scenario di calo dei prezzi del petrolio (che incide per 3,3 miliardi) e del fermo in Val d’Agri.

Confermata la cedola complessiva per il 2016 a 80 centesimi per azione con il saldo di 0,40 euro in pagamento dal 26 aprile.

In una nota, l'AD Claudio Descalzi, conferma "per il futuro la nostra politica di remunerazione crescente in funzione dell'atteso miglioramento dello scenario e degli utili". Oggi Eni alzerà il velo sul piano strategico, con la presentazione agli analisti a Londra, dando anche indicazioni più precise sulla cedola per il 2017.

Il mandato di Descalzi alla guida della major petrolifera sta per scadere e il Tesoro è chiamato a decidere i nuovi vertici nei prossimi giorni in vista dell'assemblea del 13 di aprile. Gli unici dubbi su una sua riconferma sono legati alla richiesta di rinvio a giudizio, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti in Nigeria nel 2011, da parte della Procura di Milano.

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"Con questo bilancio si chiude un triennio durante il quale Eni ha completato un processo di profondo cambiamento che ha consentito di affrontare un contesto tra i più difficili nella storia dell’industria oil&gas, rilanciando le prospettive di crescita e preservando la solidità patrimoniale del gruppo", sottolinea il numero uno di Eni.

Tornando ai risultati, sull'intero anno la perdita netta reported si attesta a 1,051 miliardi, in netto miglioramento rispetto al rosso di 7,952 miliardi del 2015. La perdita netta consolidata di competenza degli azionisti Eni ammonta a 1.464 milioni.

Il risultato, spiega la società, riflette essenzialmente il moderato recupero dello scenario petrolifero nella seconda parte dell'anno, incorporato nella revisione al rialzo dell'assunzione di prezzo di lungo termine del Brent a 70 dollari rispetto ai precedenti 65 dollari adottata dal management ai fini delle proiezioni economico finanziarie del piano 2017-20. Tale revisione ha determinato riprese di valore degli asset oil&gas di 1.005 milioni.

Quanto alla produzione di idrocarburi, nel 2016 è stata pari a 1,76 milioni di barili/giorno su base annua, in linea con il 2015 nonostante il fermo in Val d’Agri. Nell'ultimo trimestre scende dell'1,5% a 1,86 milioni di barili/giorno. Per il prossimo quadriennio la crescita media è vista al 3%.

Per quanto riguarda le altre divisioni, continua a essere debole il Gas & Power, che ha registrato una perdita operativa adjusted di 72 milioni, con un peggioramento di 90 milioni rispetto al quarto trimestre 2015, mentre l'anno si chiude con un rosso operativo adj di 390 milioni. Il Refining & Marketing e Chimica ha conseguito l’utile operativo adjusted di 75 milioni in calo del 44% rispetto al 2015, risentendo della contrazione dei margini di raffinazione. Per l'intero 2016 il settore ha registrato l’utile operativo adjusted di 583 milioni.

L'indebitamento finanziario netto si riduce a 14,8 miliardi al 31 dicembre scorso.

In Borsa il titolo sta reagendo bene e intorno alle 9,40 sale dell'1,65% a 14,76 euro. Nel daily Icbpi rileva che "i risultati del quarto trimestre sono stati migliori delle nostre attese sia sul fronte operativo che dal lato finanziario".

(Giancarlo Navach)

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