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Eni, torna in utile in trim4 e conferma dividendo 80 cent in 2016 e 2017

di Giancarlo Navach

MILANO (Reuters) - Eni torna al profitto nel quarto trimestre 2016, dopo cinque trimestri in rosso, grazie alla ripresa del settore E&P e alle azioni di efficienza e ottimizzazione, conferma la cedola 2016 e 2017 a 0,80 euro per azione, non escludendo un incremento se miglioreranno gli utili e lo scenario di riferimento del petrolio.

Nei prossimi quattro anni la produzione di idrocarburi è vista salire mediamente del 3% l'anno, le dismissioni addizionali di asset saranno fra 5 e 7 miliardi, con la prima, quella dell'area 4 in Mozambico, che dovrebbe avvenire già nelle prossime settimane, riducendo la quota al 25% dal 50% di oggi.

Giornata intensa per la major petrolifera. Stamani i conti 2016 che registrano un quarto trimestre in utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) di 0,46 miliardi di euro. Per l'intero anno l'utile operativo adjusted è pari a 2,32 miliardi, in flessione del 48% per effetto principalmente dello scenario di calo dei prezzi del petrolio (che incide per 3,3 miliardi) e del fermo in Val d’Agri.

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Sull'intero anno la perdita netta reported si attesta a 1,051 miliardi, in netto miglioramento rispetto al rosso di 7,952 miliardi del 2015. La perdita netta consolidata di competenza degli azionisti Eni ammonta a 1.464 milioni.

"Con questo bilancio si chiude un triennio durante il quale Eni ha completato un processo di profondo cambiamento che ha consentito di affrontare un contesto tra i più difficili nella storia dell’industria oil&gas, rilanciando le prospettive di crescita e preservando la solidità patrimoniale del gruppo", sottolinea il numero uno di Eni", ha detto l'AD, Claudio Descalzi. Il suo mandato alla guida della major petrolifera sta per scadere e il Tesoro è chiamato a decidere i nuovi vertici nei prossimi giorni in vista dell'assemblea del 13 di aprile. Gli unici dubbi su una sua riconferma sono legati alla richiesta di rinvio a giudizio, nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti in Nigeria nel 2011, da parte della Procura di Milano.

Al 2020 Eni vede investimenti in flessione dell'8% rispetto a piano precedente a 31,6 miliardi di euro. Nell'Upstream la contrazione sarà del 13%. Quanto alla produzione di idrocarburi, nel 2016 è stata pari a 1,76 milioni di barili/giorno su base annua, in linea con il 2015 nonostante il fermo in Val d’Agri. Nell'ultimo trimestre scende dell'1,5% a 1,86 milioni di barili/giorno. Per il prossimo quadriennio la crescita media è vista al 3%.

Per quanto riguarda le altre divisioni, continua a essere debole il Gas & Power, che raggiungerà il break-even nel 2017, e sarà in attivo in seguito, con un ebit di oltre 600 milioni al 2019. Quanto al Refining & Marketing, Eni ha ridotto a circa 3 dollari al barile il margine di breakeven entro il 2018 e prevede un aumento dell’Ebit di 300 milioni nel periodo di piano, a scenario costante 2017. Nel settore della Chimica, Eni prevede, infine, di realizzare un Ebit di circa 300 milioni all’anno.

In Borsa il titolo sta reagendo bene e intorno alle 15,30 sale dell 3,3% a 15 euro con il mercato che ha premiato i risultati migliori delle attese sia sul fronte operativo che dal lato finanziario nel quarto trimestre.

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