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Eni, utile trim4 -64% su crollo petrolio, cedola stabile a 1,12 euro

Il logo dell'Eni al quartier generale di Roma. REUTERS/Alessandro Bianchi

di Giancarlo Navach

MILANO (Reuters) - Il crollo del prezzo del petrolio, con il Brent sceso mediamente del 30,2%, ha inciso sui risultati di Eni che chiude il quarto trimestre del 2014 con una contrazione del 64% dell'utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) a 0,464 miliardi di euro. Ridotti per l'anno gli investimenti previsti nella produzione intorno al 14%. Cedola confermata a 1,12 euro per azione.

Nonostante il dato sia stato ben sotto il consensus Reuters elaborato con le stime di sette analisti intorno a 602 milioni - e sul quale influiscono anche gli oneri (380 milioni) derivanti dalla valutazione al prezzo di borsa delle partecipazioni in Galp e Snam al servizio di bond convertibili - il mercato ha apprezzato i conti anche perché la cedola non è stata tagliata come alcuni temevano. Intorno alle 16,40 il titolo guadagna il 3,05 circa.

Nella call con gli analisti l'AD Claudio Descalzi non ha voluto anticipare quale sarà la politica dei dividendi per il 2015, rimandando il tutto alla presentazione della strategy il prossimo 13 marzo, tuttavia, ha tenuto a precisare che la società è in una situazione forte.

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Tornando ai conti, nel 2014 l'utile netto adjusted è stato di 3,71 miliardi (-16). Il cash flow operativo sale del 69% a 5,37 miliardi nel trimestre. A fine 2014 l'indebitamento finanziario netto è diminuito di 2,13 miliardi rispetto al 30 settembre.

A livello settoriale, la redditività del comparto trainante dell'esplorazione e produzione risente del calo del Brent, mentre la produzione idrocarburi nel trimestre si attesta a 1,65 milioni di barili/giorno (+6,7%). La media annua è pari a 1,6 milioni di barili/giorno (+0,6%).

In Libia in preda alla guerra civile, Eni non registra alcun danno ai propri impianti, mentre la produzione attuale è intorno ai 300.000 barili al giorno, ha sottolineato Descalzi.

Il Gas and Power si conferma in utile per effetto della migliorata competitività grazie alla rinegoziazione di una parte sostanziale del portafoglio di approvvigionamento long-term, nonostante lo scenario sfavorevole. Quanto ai rumour di una possibile cessione della divisione, il numero uno di Eni non ha commentato, pur precisando che "consideriamo la possibilità di dare più valore al nostro gas retail, non stiamo parlando di gas and Power, un segmento molto forte con 10 milioni di clienti non solo in Italia, ma anche in Europa. Riteniamo che un struttura specializzata, lontana dal nostro core business, possa essere più valorizzata".

Quanto alle stime per l'anno, la major petrolifera prevede una produzione di idrocarburi in crescita rispetto al 2014 intorno al 3% e vendite gas stabili.

(Giancarlo Navach)