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Eni vicina a soluzione su Versalis, per il futuro guarda a rinnovabili

di Giancarlo Navach

ROMA (Reuters) - Eni investirà un miliardo di euro nei prossimi tre anni nello sviluppo delle energie rinnovabili in Italia e all'estero, mentre per quanto riguarda la chimica di Versalis, la major punta a restare al 30% del capitale. Una soluzione è vicina, anche se non è detto che si chiuderà con il fondo Usa Sk Capital.

L'AD Claudio Descalzi ha parlato a tutto campo nel giorno dell'assemblea degli azionisti della major sui conti 2015 a partire dalla descrizione del progetto per produrre energia da impianti fotovoltaici. Gli investitori, forse, si aspettavano, che l'AD parlasse di petrolio e di investimenti nel settore, mentre il focus odierno è stato diverso.

Nell'editoria, in gran fermento in Italia nel mondo dei quotidiani, il numero uno di Eni non esclude di svincolare l'agenzia di stampa Agi dal perimetro del gruppo, sottolineando che ci sono stato contatti con la concorrente Ansa.

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"Nei prossimi tre anni gli investimenti in attività di sviluppo di progetti sulle rinnovabili arriveranno a circa 500 milioni e un investimento analogo ci sarà nella ricerca scientifica. Un miliardo in tutto nella parte rinnovabile", ha detto Descalzi. Una cifra di 500 milioni è già stata investita da Eni negli ultimi tre anni nello sviluppo del solare e del fotovaltaico.

Il manager ha poi spiegato ulteriormente, relativamente all'annuncio odierno sui nuovi progetti nel settore in Egitto, Pakistan e Italia, che "il nostro modello non è greenfield, come per Enel. Abbiamo dei siti dove possiamo implementare energia elettrica da fonte rinnovabile per rimpiazzare l'energia elettrica prodotta da gas e olio combustibile che può soddisfare il consumo interno e il resto lo vendiamo, anche all'estero, dove la produciamo".

In Italia sono stati individuati oltre 400 ettari di terreno disponibili distribuiti in sei regioni (Liguria, Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia e Basilicata) con un obiettivo di 220 megawatt al 2022. Altri 200 MW sono previsti in Pakistan e in Egitto.

"Si basa sui terreni nostri, con contratti firmati da noi su contratti esistenti. Diventa difficile pensare di portare Enel su impianti e pertinenze che sono nostri. E non ci sono sovrapposizioni con enel. Sono business model diversi", ha poi sottolineato.

CESSIONE VERSALIS VICINA

Quanto alla cessione di Versalis, "a una soluzione ci stiamo lavorando e siamo vicini".

"Prima di finalizzare voglio essere sicuro che ci siano tutte le garanzie di investimenti. L'attività di Sk nella chimica si compone di 9.000 persone e ha un fatturato di 9 miliardi, una volta e mezzo quello di Versalis. Se non ci sono le condizioni non si va avanti", ha chiarito Descalzi.

Proprio domani è previsto un nuovo sciopero di 8 ore negli stabilimenti del gruppo indetto dai sindacati dei chimici, fortemente contrari alla cessione della chimica al fondo Usa, mentre il 18 maggio il manager incontrerà i leader sindacali.

"Comunque rimarremmo al 30%", ha concluso.

Infine, sul fronte dell'editoria, alla domanda se ci sono negoziati in corso per fondare Agi e Ansa, l'AD ha detto che "non ci sono discussioni specifiche".

"Con Ansa ci sono state, poi rallentate .. E' vero che l'Agi non è il nostro core business, l'agenzia funziona, lavora e ha un suo senso per quello che fa all'estero, però è distaccata da Eni e deve avere una sua autonomia ed ha un costo importante".

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