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Equitalia: come pagare a rate i debiti

Pagare a rate i debiti con Equitalia sarà più semplice. Il governo, infatti, ha innalzato da 5mila fino a 20mila euro la soglia d’importo per ottenere automaticamente la rateazione. Le rate potranno essere crescenti: si inizia con un importo più basso, salendo con il passare dei mesi. Ma non solo. Verrà corretto, al ribasso, anche l’aggio (ovvero il prezzo che ogni cittadino che ha ricevuto una cartella esattoriale paga per il servizio di riscossione), dal 9 per cento scenderà al 7.

Misure necessarie per andare incontro alle tante aziende strozzate dalla crisi ma, soprattutto, per rendere il fisco “sempre più efficace e meno intrusivo”, come ha sottolineato il presidente del Consiglio, Mario Monti, a margine della visita a Equitalia di giovedì scorso, dopo i numerosi attacchi contro la società di riscossione avvenuti nei giorni scorsi. Il premier ha poi spiegato quali saranno le novità varate dall’esecutivo: “La prima riguarda proprio la possibilità di rateizzare il debito contratto con il fisco. Da marzo Equitalia ha innalzato da 5 mila a 20 mila euro la soglia d'importo per ottenere automaticamente la rateizzazione. L'obiettivo è proprio quello di riuscire a favorire chi è in difficoltà consentendogli di poter pagare il dovuto al fisco, anche prorogando di ulteriori 72 rate il piano di dilazione già concesso. Allo stesso tempo sono stati messi a disposizione oltre 2 miliardi di euro per i rimborsi dei crediti Iva a favore delle imprese, degli artigiani e dei professionisti. Un provvedimento che è a beneficio di oltre 11 mila imprese e che speriamo si possa presto collegare anche il tema urgente e necessario dei rimborsi della Pubblica Amministrazione”.

Cerchiamo di capire, nello specifico, cosa cambia in tema rateazione. Fino a oggi, l’agente della riscossione, su richiesta del contribuente, poteva concedere la dilazione del pagamento delle somme iscritte a ruolo (arrivando a 5 mila euro) fino a un massimo di 72 rate mensili, ossia 6 anni, nell’ipotesi in cui il debitore avesse problemi economici. Con le novità introdotte dalla direttiva di Equitalia del primo marzo 2012 - e con il decreto legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito con modificazione dalla legge 44/2012 – si allarga la possibilità di chiedere il pagamento dilazionato in rate, senza produrre alcuna documentazione che attesti difficoltà, che sale fino a 20mila euro. In questo caso il numero massimo di rate è 48, fermo restando che l’importo di ciascuna rata dovrà essere pari almeno a 100 euro. Nell’eventualità, invece, di richiesta di più rate, occorrerà presentare la documentazione comprovante la situazione di difficoltà economica. Per quanto riguarda i debiti oltre 20mila euro, la concessione della rateazione è subordinata alla verifica dei documenti. Gli altri cambiamenti, come detto, riguardano la facoltà di optare per un piano di dilazione a rate variabili e crescenti, anziché a importo costante, fin dalla prima richiesta di rateazione; l’agente della riscossione non può iscrivere ipoteca nei confronti di un contribuente che ha chiesto e ottenuto di pagare a rate; il contribuente che ha ottenuto la rateazione non è più considerato inadempiente e può partecipare alle gare di affidamento servizi; si decade dal beneficio della dilazione se non sono state pagate due rate consecutive, invece che una o due anche non consecutive, come accadeva in passato. La domanda di rateazione, comprensiva della documentazione necessaria, può essere spedita tramite raccomandata o consegnata a mano in uno degli sportelli Equitalia.

Da oggi, poi, si riduce anche il tasso dell’aggio: dal 9 per cento scende fino al 7. Equitalia “meno cattiva”, quindi, nei confronti dei debitori. Su ogni cartella emessa (in pratica anche su ogni multa contestata) Equitalia chiede al cittadino due ulteriori oneri che trattiene per sé: un aggio, da oggi del 7%, come costo della riscossione, e il pagamento del rimborso delle spese fisse. Il costo dell’aggio è ripartito, ma solo nei primi 60 giorni, tra contribuente ed ente creditore. Se il contribuente, però, non provvede a saldare la cartella nei due mesi successivi, si dovrà accollare l’intero costo. Un decreto, quello sull’aggio, che tenta quindi di ridurre gli oneri delle riscossioni aspettando l’entrata in vigore del decreto “Salva Italia” (che dovrebbe al più tardi arrivare nel gennaio del 2014), con il fine di rivisitare drasticamente le attuali remunerazioni e rimborsi chiesti da Equitalia per conto dall’Agenzia delle Entrate.

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Ma nella pratica, dopo l’aumento della cifra rateizzabile, cosa succede a chi ha un debito col fisco? Conti alla mano, se per esempio una società per azioni deve pagare un debito di 15mila euro, può pensare di saldarlo a rate. Pagherà 342,05 euro al mese, per un totale di 48 rate a importo costante. Riamane la possibilità di chiedere un modello di rateazione con importi crescenti: si pagherebbe meno subito per fronteggiare la mancanza di liquidità per poi salire nei mesi successivi. Nel caso ci fosse la necessità di spalmare in debito in sei anni, ovvero 72 rate, la richiesta non sarà automatica, ma occorrerà documentare la condizione di difficoltà economica.